Nati Per Delinquere View RSS

No description
Hide details



:: quanto lontano siamo giunte - l'ultimo post :: 30 Oct 2021 6:19 AM (3 years ago)

da Mamma F.

Questo è il mio ultimo post.

Siamo arrivate fin qui insieme, mamma C. ed io.

Partendo da un’idea scomposta, imparando un mondo (perché, dite cosa volete, ma il blog è un modo parallelo – con intersezioni col reale) e intessendo rapporti, tenerezze e scambi.

Quanto lontano siamo giunte, pensando ad un universo di progetti in equilibrio aereo come materia di nulla; quanto abbiamo viaggiato tra le vite altrui intrecciate qui, o le finte vite, vedete voi.

Fin qui siamo giunte e ora si va via.

Grazie a chi ha fatto parte di me, grazie a chi mi ha permesso di fare una piccola parte.




da Mamma C. 

Siamo arrivati al capolinea. E' nato come un gioco, ma come tale è bello se dura poco. Domani si chiude. Ringrazio per prima Mamma F e la sua infinita pazienza, insieme abbiamo condiviso progetti, ansie, sogni, a volte critiche e polemiche. Ci siamo divertite. Poi ringrazio tutte quelle splendide persone, che giorno dopo giorno ci hanno concesso un momento della loro attenzione, sono passate a salutarci, a commentare o anche solamente a dare uno sguardo a quello che scrivevamo. Con alcune si sono create delle splendide amicizie, altre avrei voluto conoscerle più a fondo. Le ringrazio tutte, della fiducia che hanno riposto in noi. 
Tanto ci sentiamo, sapete dove trovarci, come trovarci. La voglia di stare insieme c'è. 
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: faccio come sempre :: 25 Feb 2013 1:10 AM (12 years ago)

 

Vivere qui è una faticata. Per me, per Enrico ancor di più.
Alla fine è lui che spala millemila metri cubi di neve, sposta altrettanto di legna, di cenere, di sacchi di pellet...
Io al più faccio il pane, fingo di cucinare indiano, penso all'organizzazione tecnica della casa e di Simone. 

Ma ci sono periodi, e febbraio con la sua crudeltà meteorologica è uno di questi, in cui anche andare alla scuola di musica da basso al fondo della collina è un'impresa. Momenti in cui un corso di yoga non parte per 20 giorni perchè non si riesce ad arrivare con tranquillità al posto in cui si terrà (e non è l'Everest, garantisco). 
Vivere isolati è un grosso vantaggio per qualsiasi tipo di tentazione mondana. L'altro giorno parlavo con un ex collega che non vedevo da qualche mese e gli raccontavo della pubblicazione del libro (grazie a tutti quelli che l'hanno già ordinato, ma siete tantissimi!), dell'uscita del primo disco dell'Art Studio registrato qui a casa e della lavorazione del secondo disco di Enrico del DreamTeam. Erano 10 mesi che non lo vedevo, non 10 anni, giuro.

Mi guardava un po' allibito, mentre gli spiegavo la correzione delle ultime bozze su carta del libro, i pensieri sul biglietto|cartolina che ci sarà dentro, su come è nata quella foto in bianco e nero con la collaborazione di mio cognato fotografo professionista.
Come se a me regalassero giornate di 48 ore.

 

E così gli ho spiegato come la maggior parte delle cose in cui lui impiega il tempo (cinema, concerti, pizzeria, pub, frequentazione sociale in genere) noi non le facciamo, mai o per buona parte dell'anno.
D'inverno non usciamo di casa se non per portare Simone a scuola o a nuoto o a musica. Non abbiamo null'altro che ci interessi così tanto come le nostre passioni e sono tutte qui. 
Se ci rimane del tempo libero da Simone, dal lavoro e dalla gestione della casa (legna, stufe, spala neve, togli ghiaccio, svuota cenere, pulisci, da capo che la giornata è finita, e da capo, e da capo...) lo usiamo per leggere e scrivere e produrre forsennatamente altro (dalla pasta madre alla cura delle orchidee).


Specialmente ora che la gestione di Simone è cambiata e lo facciamo uscire da scuola alle 12 (è un esercizio d'organizzazione per l'anno prossimo e la scuola elementare, non vogliamo arrivare impreparati sulla sua pelle ai nuovi orari), finisce che lui alle 21 o prima dorme già e a noi rimangono un numero incalcolabile di ore.

Confesso che la tv non l'accendiamo pressochè mai, se non per i cartoni animati di qualche DVD o di qualche canale tematico all'ora dei pasti, già così il tempo si dilata inquietantemente, lasciando spazio a moltissime attività divertenti. 
Ad esempio in questo periodo, nei pomeriggi lunghissimi che abbiamo davanti  vanno gli origami (e le palle di neve contro la porta a bomba).


E quando questo non ci basta, come in questi giorni, meditiamo cambiamenti e spostamenti della casa, buchi, muri e rivoluzioni, tanto per non annoiarci mai. Pensiamo a metodi alternativi di riscaldamento, a possibilità che ci isolino ulteriormente, per continuare a fare ciò che facciamo più soli, più concentrati.


Poi, di colpo, tra una neve e l'altra ci sono giornate in cui il pane della pasta madre si può mangiare all'aperto, un po' un regalo di stagione, e si improvvisa un barbecue per i carnivori di casa (io mi mangio i formaggi alla piastra, yum!), una tovaglia, una bottiglia di vino e gioia. Tantissima gioia.
 

PS. e vogliamo aggiungerci il tempo per scrivere i post? Buon voto e buona settimana!
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: 10 cose che mi fanno felice ora :: 13 Feb 2013 10:00 PM (12 years ago)

 - i biglietti di mio marito che parafrasano i discorsi di Simo

- la mia torta di compleanno con due corvi 

 - una foto del 1978 in cui io bambina sono uguale a Simone e mio padre ha il mio stesso sorriso

 - la mia neve, quella esattamente qui

- Enrico che arrangia un pezzo scritto da Simone

- Simone dopo che arrangia la neve

 - la patata americana che ce l'ha fatta e ha messo radici e butti dopo 5 mesi

- Simone sui pattini da ghiaccio 

- i miei lavori mentre Simone va sui pattini da ghiaccio

- una mostra di Parisini con gli amici
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: il kontro che fa figo :: 11 Feb 2013 1:25 PM (12 years ago)

Quando avevo una ventina d'anni (e ormai ne sono passati altrettanti...) ero contro.
Anzi, kontro.
Ollallà.
Di idee qualcuna, come scrivevo alla mia amica Bianca Mezzanotte l'altro giorno, ma fumose, una specie di lampeggiamento farraginoso che mi faceva voltare di qui e di là.
Ah, ma esser kontro, se me lo chiedevi, te lo dicevo subito a che cosa!
Me ne girollavo nei Centri Sociali Okkupati, suonavo per la strada con l'aria da sfigata (io pensavo "da maledetta" ma credo fuori non si notasse alcuna maledizione in una ventenne di un metro e settanta perfettamente in forma e in ottima salute), perculavo anche un po' le ragazze inkuadrate nel loro rigido mestiere di signorine per bene.
Io suonavo, scrivevo, facevo Fisica, signore e signori, avevo fidanzati uno più sfigato (e per niente maledetto) dell'altro, quelli che ora chiamerei perdigiorno-paraculi-figlidipapàricco, anch'essi kontro.
Alla fine, in realtà, mi terrorizzava inquadrarmi con la "q" e non la "k", dimostrare a me stessa prima che agli altri che sarei stata brava a primeggiare in gara con gli altri e non nella gara di sputi dalla tribuna. 

In quella, diciamolo, saremmo bravi un po' tutti.

Riscontro nelle blogger di ultimissima generazione una sindrome da "la volpe e l'uva" che mi ricorda tanto questo andare kontro e sputare dalla tribuna. Mi spiego meglio.
Da un po' di tempo a questa parte, leggo in ogni dove l'orrore e il raccapriccio nel definirsi contemporaneamente mamma (con tutte le potenziali correlazioni che ne conseguono) e blogger. Che dire, come se le mamme blogger fossero una loggia massonica pronta a far saltare il banco delle blogger tout court. E allora si dà contro, si sputa a casaccio dalla tribuna, quello che sono un po' bravi tutti a fare, come dicevo.
Fa figo dire quello che non si fa, quello alla cui larga si gira, ciò che mai e poi mai si proverebbe a fare - oddio, che solo a nominarlo pare si rischi la svendita e la svalutazione del blog?

Cucire un vestito o sferruzzare. Skifo.
Fare la pasta madre. Doppio skifo.
Riciclare. Skifo al quadrato.
Comportarsi in modo eco-compatibile. Skifo al cubo.
Aiutare, sotto qualsiasi forma (parlando di maternità, facendo volontariato o beneficienza, etc...). Skifo all'n-esima potenza.

Ho preso qualche argomento a casaccio di quelli che toccano anche la casa di NxD.
Ma, e vorrei farlo notare, toccavano anche tutte le case italiane, almeno fino a 30-40 anni fa.
Ecco, io lo dico proprio apertamente: la categoria di chi conosce la storia del mondo solo dalla propria data di nascita non la reggo più. 
Chi non sa, non vuole sapere o non vuole ricordarsi, che i vestiti si sono lavorati ai ferri o cuciti a mano da sempre e che solo ora stocasticamente siamo capitati in una parte del mondo in cui possiamo permetterci di non farlo; chi si dimentica che la pasta madre si custodiva religiosamente e regalava il pane dai 1500 metri di montagna fino alla focaccia in riva ad ogni mare italiano. Chi non si ferma a pensare che i nostri genitori (mio padre all'università, ad esempio, senza soldi) rubavano gli stracci cancellini in classe per foderarci le scarpe bucate e questo era un riciclo giusto, pari a quello delle stoffe che erano lenzuola, poi strofinacci, poi imbottiture, alla fine impasti per le rive delle bealere (e se non sapete cos'è una bealera, google-ate, visto che siamo nella parte del mondo in cui si può).
Chi dolosamente trascura che la rete tra madri era ed è stato un sostegno intra e extra familiare da sempre, visto che nessuna di noi ha avuto un figlio prima di avere un figlio (scusate il gioco di parole ma ci sta).
Chi volutamente dimentica che non più tardi di qualche decina d'anni fa la maggior parte delle famiglie è andata dal parroco a chiedere lavoro, raccomandazione, aiuto, per un figlio, per un marito, per un parente vicino o lontano che fosse perchè il volontariato non se lo poteva permettere nessuno: tutti erano poveri.
O quasi tutti, pardon.
Stento a credere che chi sputa dalla tribuna non si accorga che lo fa nel piatto in cui tutti abbiamo mangiato, ben prima che nascessero i blog: il piatto del mondo reale, in cui le cose non si "postano" si fanno.
In cui le idee circolano, i progetti si sognano e si realizzano. Si fatica e poi, forse, magari, ci si scrive pure un post.
Ma nemmeno sempre. A volte si scrive un libro o si fa un disco (parlo sempre di me, se mi riferissi ad altri mi vengono mille altri progetti meravigliosi), giusto per dire che le mani non stanno sempre nella pasta del pane, se si è mamme e blogger.


Questo non è un blog per mamme, eventualmente è un blog per mamme che pensano.
Se poi non sono mamme, non ce ne frega niente.
Ma se sono persone che non pensano, di certo non ripasseranno di qui.
E noi continueremo con buona pace del SEO ed altrettanta pace nostra.

(Ah, quella sotto è la mia pasta madre matura da oggi) 


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: i sogni si avverano :: 3 Feb 2013 11:47 PM (12 years ago)


Scrivevo qui, un poco di tempo fa, che i periodi di quiescenza non è affatto detto che siano improduttivi.
Spesso, anzi quasi sempre, per me sono stati preparatori agli eventi travolgenti della vita.

Così due anni tondi tondi di scrittura poetica mi hanno portato fin qui, a vedere la copertina del libro stampato da L'Arcolaio e commuovermi.
Perchè non c'è nulla al mondo di più delicato e sensibile della poesia: lì dentro ci sto senza pelle ed ora sono  pronta ad iniziare a girare tra le mani di chi ama le parole.

Per chi non l'ha ancora guardato su Facebook, ecco il cortometraggio che presenta il libro prodotto del genio della Prufrock Spa di Nicola Cavallaro e Luca Rizzatello.


Il libro sarà in vendita ufficialmente a fine febbraio ma è già possibile prenotarne una copia scrivendo a:

info@editricelarcolaio.it  

L'Editore così potrà inviarlo non appena disponibile e voi lo avrete subito, come me, tra le mani.

Roma :: Teatro dei Dioscuri :: Premio Internazione di Poesia Di Liegro :: 26 gennaio 2013

Grazie, grazie di cuore, a chi ha seguito fin qui le mie strade di poesia, a chi le seguirà anche in futuro, a chi acquisterà il libro e a chi vorrà avere la pazienza e la cura di scrivermi se ha amato questa parte di me.


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: liberiamo una ricetta: il verso sciolto :: 30 Jan 2013 11:53 PM (12 years ago)


Io l'ho già detto una volta, non so cucinare.
E nemmeno mi piace: mi mette ansia da prestazione anche l'uovo all'occhio di bue per mio figlio.
Una ricetta con più di tre ingredienti e tre dosi è per me peggio della meccanica quantistica spinta.
Così ho pensato di postare una ricetta atipica, quella per scrivere una poesia: d'altro canto anche quello è cibo, ci nutre il cervello, ci acquieta, ci rende soddisfatti. E nemmeno fa ingrassare.
O meglio, come la pasta al sugo, questa è la mia personale ricetta, ognuno scrive poesia e cucina il pomodoro a modo suo. 



Ingredienti
  • un’immagine che non ci abbandona da troppo tempo per essere solo un pensiero ricorrente
  • un momento lungo di intensa sospensione (viaggio in treno, passeggiata in un parco, relax su una sdraio, silenzio interiore non meglio identificato)
  • un foglio brutto
  • una penna brutta
  • un momento medio di moderata sospensione
  • un computer o un buon dizionario dei sinonimi
  • alcuni momenti corti con poca distrazione
  • un compagno o un amico fidato
  • pazienza e ironia q.b.

Fase 1 – il momento lungo o la lievitazione delle idee
Quando un’idea non mi molla è perché ha bisogno di essere depositata e dimenticata.
Così, nei rarissimi momenti di separazione tra me e il mondo quotidiano, la guardo da tutte le sue parti, analizzo tutti gli aspetti. Sarò io a parlare di questa idea? Sarà una terza persona? Sarà l’idea stessa a raccontare di sé? Il momento lungo di sospensione è quello in cui non è più l’idea a perseguitare me, ma son io a dare il tormento a lei.

Fase 2 – il pasticcio di idee
Quando ho deciso la prospettiva, scrivo cose a casaccio su un foglio volutamente brutto e con una penna volutamente deprimente. Così mi sento meno in colpa a metter giù inizi che, quasi sempre butterò via a tonnellate.
Per fare un esempio, ieri ho scritto “In cui le mie catene terminano con un’ancora | di salvezza che mi inchioda a giorni identici”. E’ un paio di versi di una bruttezza sopraffina, direi orrendi. Li butterò, e mi terrò l’idea a maturare.

Fase 3 – revisione del pasticcio e lavoro sul testo
Non sempre c’è la fase 3.
Quasi sempre la ricetta finisce alla fase 2 nel camino, ma, se invece qualcosa si salva, arriva il momento di restituire anche il suono all’idea e di scegliere le parole perfette per descriverla, i tempi per esporla, e poi farla scoppiare (trovare una chiusa – cosa non sempre necessaria, anzi).
Qui entrano in gioco un buon dizionario su carta o on line (in casi di emergenza) e una scelta accurata di ciascuna delle parole che formano l’incastro di poesia.

Fase 4 – il pasticcio pasticciato in valutazione altrui, o la seconda lievitazione dell’idea
Io ho un paio di persone del cui giudizio mi fido ciecamente: una è Enrico, l’altra Q.
Entrambi, se una poesia è una porcheria, non esitano a dirmelo; di conseguenza,  davvero temo la loro valutazione e, prima di dare qualcosa in lettura in anteprima, di solito cancello la metà dei versi o anche più (ha qualcosa di incredibile cosa permettiamo di leggere a noi stessi e ci vergogniamo a far leggere agli altri…).
Questa è la fase più complicata, quella che una volta cercavo di bypassare perché mi piaceva pensare che quello che scrivevo fosse bello. Invece spesso piace solo a me e a volte manco troppo. Quindi altro camino, altro fuoco e altra carta brutta.

Fase 5 – la presentazione in tavola della poesia
Qualora una poesia si sia miracolosamente salvata dalle fasi precedenti, la si può guarnire e presentare a modino.
Ad esempio su un multi-blog poetico richiedendo ospitalità o direttamente ad un concorso di poesia, se non si gradisce la consumazione da fast food solitario.

Fase 6 – conservazione della poesia
Normalmente l’idea che pareva buona fino alla fase 5, si deteriora rapidamente fino a sembrare una supercazzola astrusa e pretenziosa entro meno di una settimana. Di conseguenza si consiglia vivamente di attendere almeno un mese prima di proporre uno scritto fuori dalla cerchia di amici. E comunque di rivederla e riscriverla dotandosi dell’ingrediente fondamentale: pazienza e ironia q.b.


°°°°°°°°°°°°

Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web.
Questo post aderisce all'iniziativa Liberiamo Una Ricetta 2013
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: cambiare per restare se stessi :: 24 Jan 2013 10:39 PM (12 years ago)


Questa è la nostra casa una quindicina di anni fa.
Diciamocelo, aveva il suo fascinaccio.
Quell'appeal demodè, quel vedo|non vedo l'orrore della carabattola.
L'ondulina in eternit che fa tanto boom economico anni '50.
Il fienile chiuso con gli assati, un personale albero degli zoccoli.


Era detta "Casa dei Patanè", dalla famiglia che ci abitò da fine '800 fino agli anni '60, la quale pare fosse così tirchia ma così tirchia che ancora oggi in paese dire che si condisce o si mesce come i Patanè, vuol dire micragnare mettendo una sola goccia di condimento o di vino.
Attorno c'eran solo vigne e deve essere stato un paradiso, un'isola perfetta di solitudine cent'anni fa.

Ma poi il tempo è passato e le cose son cambiate.
Quando abbiamo messo mano alla casa, tutto sembrava congiurare contro di noi, i guai ci comparivano tra le mani uno dopo l'altro.
E abbiamo rifatto praticamente tutto, anno dopo anno dopo anno dopo anno...



Ecco, visto coi lavori mollati a metà non è un bello spettacolo, vero?
Anzi, è squallido e deprimente se non impari a guardare oltre il presente.
Io con la casa e i lavori sono riuscita a farlo solo dopo anni, all'inizio mi disperavo di tutte le macerie e i materiali raccolti, piramidi di pavimento in cotto recuperato, mucchi di coppi, montagne di mattoni pieni.
Mi svegliavo di cattivo umore, mi veniva da piangere, guardavo in giardino i macchinari fermi perchè era inverno, o perchè eravamo senza soldi, o perchè non si riuscivano ad incastrare le persone giuste che posassero tubi, pavimenti o alzassero muri nei momenti giusti.
Ho fatto per anni lo stesso errore con le persone: non guardavo oltre il presente.
Pensavo che se non continuavano a rappresentare la stessa immagine per me non mi sarebbero più piaciute, non le avrei più amate. Intanto le persone cambiavano, facevano scelte differenti e a volte si avvicinavano a me, ma altrettante si allontanavano. Giustamente.

Giro intorno all'argomento.
A scuola dicevano: o la sai, o non la sai, non girarci intorno.

Ecco, alla fine a cambiare sono stata io.
Alla fine cambia anche questo spazio virtuale per me, il modo in cui lo gestisco e gli argomenti di cui scrivo.
In questi giorni, complice un'amicizia ritrovata che pare aver fatto molto gossip su FB (OMG!), facevo delle riflessioni.
Ho ricevuto una sfilza di messaggi che mi chiedevano come mai avevo cambiato parte delle barricate, che cosa era successo.
Perchè intrattenevo rapporti cordiali anche con il nemico, chi ha fatto della rete un mestiere? Ero diventata matta?

Matta?

Ci sono rimasta malissimo. Io non mi sento matta, mi sento benissimo. Non rivendico il diritto di cambiare idea perchè non è un diritto, come non rivendico il diritto a respirare, o a pensare, o a fare pipì. Sono azioni naturali.
Ieri mi ha colpito un'osservazione di Lucia in un commento su un altro blog, dove si spendevano un mucchio di critiche dirette ad un post sponsorizzato su un blog che si sa che pubblica post sponsorizzati.
Lucia, rivolta a chi si lamentava della pubblicità, diceva all'incirca così "che ne dici di pagare un abbonamento al blog? O ti va bene sempre gratis?". Ecco, le lamentele quando sono comode si spendono meglio degli spiccioli e io do ragione a Lucia.

La mia casa, dopo anni di lavori non è bellissima, ha un sacco di magagne, un mucchio di guai e siamo sempre in guerra con qualche pasticcio nuovo di zecca. Ma è nostra, l'abbiamo fatta a forma e misura di quanto ci amiamo. Abbiamo inventato e scelto tutto noi.


E così io. Mi faccio ogni giorno a misura del mio cuore, se cambio idea e se su questo blog non scrivo più di tettarelle e pannolini o terrible twos è perchè non c'è più nessun two in questa casa e io non sono più la mamma di un duenne.
Se non scrivo più di notti insonni è perchè ho cominciato a dormire quando mio figlio a 5 anni ha deciso di farlo pure lui.
Se invece scrivo del mio mondo attorno, della gioia delle scoperte musicali, poetiche, del Cuore di Maglia, delle mie amicizie vecchie e nuove, se magari passa un mese prima che parli di mio figlio, è solo perchè con lui ora condivido più anima che gesti, siamo cresciuti entrambi e, a volte, è un discorso troppo personale.

Non sarà mai sponsorizzato questo blog nè scriverò a comando niente di niente qui, amerò sempre i blog ADVfree che sono un delizioso hobby per chi un lavoro ce l'ha e non ha bisogno di mettere su la pagnotta, ma non chiedetemi più di schierarmi solo da una parte.
Mi piace pensare che ci schieriamo tutti dalla parte del buon senso e della buddhista via di mezzo.
Se avessi dato retta alle critiche sulla gestione di casa mia, forse vivrei dall'altra parte del mondo nel centro di una grande città e sarei infelice.
Se ora dessi retta a chi mi taccia di incoerenza solo perchè ho lasciato al palo l'intransigenza legata stretta all'acredine che ogni tanto mi distingueva, sarei altrettanto infelice.

La mia casa e il mio cuore sono in ristrutturazione perenne.


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: il bianco perfetto :: 24 Jan 2013 10:05 AM (12 years ago)


La neve era sospesa tra la notte e le strade
come il destino tra la mano e il fiore.
Cristina Campo




Questo è il nostro regno di Narnia, la perfezione del bianco, il silenzio sconosciuto alla città.
Qui siamo felici, perchè stiamo dentro al mondo, isolati dal mondo.
E non sappiamo più vivere diversamente.




Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: versi e yarn along :: 22 Jan 2013 9:30 PM (12 years ago)


Latito da un po' con lo yarn along, ma le faccende in cui sono affaccendata mi portano via tutto il tempo libero che ho.
Però, quando decido di riposarmi anche dagli hobby (che si stanno miracolosamente trasformando in una specie di lavoro), stacco e scappo in giardino con la cesta dei ferri e la compagnia di un puzzone, a 2 o a 4 zampe, chi c'è c'è.


Così, nelle giornate precedenti la nevicata dello scorso week end (di quella e della felicità nevosa vi parlo nel prossimo post dalle terre di Narnia, ah!) ho rubato qualche ora di sole al lavoro informatico, recuperato notte tempo davanti al camino - sic... - e ho terminato due progetti che stavano sui ferri a prendere polvere da quasi due mesi.
Il primo è il berretto "verde orribile" di Simo con la lana scelta da lui e che io avevo iniziato qui.


Il secondo è la maglia senza maniche top down ispirata al Caponcho di Emma Fassio che è diventata uno dei miei capi di punta per il calduccio casalingo.
Ve la ricordate in cammino qui e disfatta qui? Ebbene sono arrivata alla fine del mio progetto inventato e ne sono entusiasta!


Insieme allo "yarn" di solito va un libro: ieri mi è arrivata finalmente la raccolta di Einaudi di Bai Yuchan (1194-1227), un poeta cinese di ottocento anni fa, sotto consiglio di Q. E non avendo per le mani i ferri, a Porta Nuova di Torino, leggevo tra la gente "Con il braccio piegato a far da cuscino" in attesa del treno.

"I campi di gelso si trasformano in mare
e il mare diventa un campo.
Quando si usa questa frase come insegnamento
ai discepoli risulta difficile crederci.
Ne trovi a malapena uno
capace di liberarsi del proprio io;
un genere di libertà questa
che non è concessa neanche a principi e sovrani
".






Lo so, questo blog sta diventando sempre più assurdo, con poesie intecciate con i ferri, domande sulla scuola dei bambini e progetti incredibili raccontati qui come fossero sogni.
Non so quanto durerà ancora; di certo finchè sarà divertente, per ora continua ad essere un piccolo sogno assurdo e va bene così.

**********
"The Yarn Along began in early Fall 2010 as a way to share knitting projects and good reads; motivating ourselves, and inspiring each other.  Every week knitters, and a few crocheters as well, link up and share a photo (or two) of what they are knitting and what they are reading.  Knowing that Yarn Along Wednesday is coming up is a great way to stay motivated to finish those projects!  And I, for one, am always on the lookout for a great book recommendation as well."
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

Alternativa da codardi 20 Jan 2013 8:42 PM (12 years ago)

Riunione informativa per i genitori dei cinque/seienni che a settembre inizieranno le elementari. Presentazione del piano offerta formativa e chiarimenti sull'iscrizione on line.

Direttrice: "Qui barrate se volete l'ora di religione o l'ora alternativa"

Genitore: "Cosa offre la scuola come alternativa?"

Direttrice: "Oh beh, ve li potete portare a casa per quell'ora, oppure vengono smistati in altre prime e fanno.. fanno.. boh.. italiano.. qualcosa insomma!!"

Inutile dire che la domanda l'ho posta io, ma avrei preferito non sentire la risposta. Per migliorare la situazione, la direttrice continua:

"Sa', non sono molti a scegliere l'ora alternativa.." Dovrebbe essere la causa o forse è l'effetto?

Ora, io sono quella che ha piena fiducia nella scuola pubblica, che non si è guardata intorno per scegliere la scuola e che iscriverà suo figlio in quella più vicina a casa. Ma come posso di fronte a risposte del genere stare zitta? Inutile dire che quando dovrò consegnare la mia domanda d'iscrizione, alla direttrice farò presente il mio disappunto. Non cambierà nulla, lo so e questo rafforzerà le mie intenzioni di candidarmi come rappresentante di classe, per cercare di smuovere le cose da dentro e capire come mai dopo tanti anni ancora non è cambiato nulla. Anche ai miei tempi l'ora alternativa era un'ora "buca" in cui vigeva l'anarchia, basta che si facesse silenzio e che il professore "alternativo" potesse leggersi il giornale in pace. Magari fallirò e come mi diceva Mamma F troverò un muro di gomma, ma almeno potrò dire di averci provato.

Ma possibile che non si trovi cosa far fare a questi bimbi? Certo che a scegliere l'ora alternativa sono in pochi! Forse che a "Qualcuno" va bene così, perché se fosse previsto qualche bel corso, a scegliere di fare religione sarebbero in molti meno? Oddio, magari si scopre che la Repubblica italiana è laica..


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

{this moment n.90} 18 Jan 2013 12:53 AM (12 years ago)


__ P.M. e spezie - Mamma F. __

 
"A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember."

Words and Inspiration by Amanda and many others...
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: not angry birds :: 14 Jan 2013 2:26 AM (12 years ago)


 
 
Da grande vuol fare il muratore di lavoro e il cuoco per hobby.
Ha chiaro che non gli piace scrivere, ma conta, somma e sottrae come un commerciante scaltro. Ama far andare le mani, la concentrazione verrà poi.
Mio figlio vola, non solo sulle giostre. E' svanito e distratto, un po' grossolano e tanto, tanto sentimentale.
Così sentimentale che la prima volta che ha avuto in mano un videogame (dove si guidava una macchina in un circuito) si è emozionato così tanto a giocare, si è agitato a tal punto che è andato a vomitare.
"Mamma, togli quel gioco dal cellulare, mi fa star male": maturità di un quindicenne in un corpo di cinquenne, come dice Anna Maria.
Poi son venuti gli angry birds, con la raccolta punti dei pelouche di un centro commerciale, quando nemmeno ci interessava altro che il fatto che fossero morbidi.
E alla fine il videogioco sul mio cellulare (che ho supervisionato prima, per capire se era eccessivamente ansiogeno e no, non lo era eccessivamente).


Inutile che vi dica che il tempo serale che c'ho messo io a capirne il funzionamento a lui è bastato per vincere e passare di livello più e più volte.
Si schioppano i maiali mediante degli uccelli incazzosi tirati a bomba con una fionda: poco animalista, comunque sempre qualcosa di distruttivo.
 
Leggevo il post di Giulia su sua figlia che fa roccia a 4 anni e a lei tremano le gambe.

Io vado in fissa con la tecnologia: continuo a pensare che le mani che imparano a fare, poi saranno le migliori su quei tastini tecnologici, mentre le mani che imparano lì le cose principali, non avranno esperienza del reale.

E che palle però! 
Mi annoio da me a dirla. Cioè, se me la dicesse qualcunaltro, esattamente così, cosa rispondere io?

Sfodererei il solito blaterone sul giusto mezzo buddhista.
Ecco, oggi lo uso con me e mi domando se sono stata capace di trovare la via di mezzo, di compensare il tempo passato a fiodare uccellini virtuali con un reale "davvero reale", un reale di qualità.

In questi giorni abbiamo fatto dei vasetti con la pasta di sale, li abbiamo cotti e dipinti.



Abbiamo preparato il pane come molte domeniche, impastando, impastando.


Abbiamo pestato cumino, cordiandolo, chiodi di garofano, cardamomo e cannella per la base del nostro cous-cous con il mortaio di pietra.



Abbiamo cucito insieme una nuova sacca per la Scuola con la stoffa scelta on line da Simone mettendoci quasi un pomeriggio.


E poi abbiamo camminato e corso col cane, colorato, scritto una lettera al nostro migliore amico, costruito un milione di torri coi lego...
Vabbè dai, vincono ancora le mani reali contro le fionde virtuali.
Eppoi dovreste sentirlo urlare: "Mamma sei ganza!!!" quando lo aiuto a bombardare i maiali verdi: ci divertiamo un sacco.
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: scegliere la scuola :: 11 Jan 2013 2:55 AM (12 years ago)

Anche noi dal 21 gennaio abbiamo un mese per iscriverci alla Scuola Primaria.
Ed è inutile che vi dica che scompiglio di emozioni: quella specie di topo rugoso che 5 anni fa è uscito dal mio cesareo pieno di cera da sembra fatto di biacca, ecco, quello lì va a scuola.
Robe.

Sul come si fa, sulla questione "on line", rimando al post di Barbara, che l'ha egregiamente spiegato.

Io invece mi soffermo sulla scelta della scuola per mio figlio, su quale scuola, dove e perchè.
Poi si accettano consigli, molti, moltissimi consigli.

Ordunque, io qui ci vivo da 8 anni, ma solo da quando Simo va all'asilo ho instaurato qualche rapporto semi-umano con altre mamma, un po' perchè sono orsa, un po' perchè anche non lo fossi, trovo di non avere reali argomenti in comune con la maggior parte del genere umano, fatte salve poche eccezioni. Parentesi a parte meritano le conversazioni da parchetto, ha già perso un dente, che taglia porta, certo che crescono in fretta, stasera che cucini, ma davvero lavori con internet, non ho capito cosa fai, non ho capito come ti chiami, no ma di nome, davvero è il tuo nome? (questo almeno una volta al giorno).

L'asilo Simone l'ha fatto nel comune accanto al nostro, perchè, qui nelle colline, accade di essere più vicini all'asilo confinante che a quello di pertinenza.
E così i pochi rapporti umano che ho instaurato non sono con persone del mio comune: lì non conosco nessuno, ma proprio nessuno, fatto salvo il mio vicino di casa per ragioni di forza (e anche di piacevolezza, visto che è una persona deliziosa).

In quale scuola lo iscrivi? Mi chiedono tutte le mamme.
Nella pluriclasse di Y (altro comune) che fanno orto giardinaggio e scacchi e yoga?
Nella scuola primaria di X (altro comune) che ci sono tutti i compagni dell'asilo?
O nella scuola del tuo comune?

Premetto che i pareri sugli insegnanti buoni e meno buoni non ho voglia di ascoltarli dagli altri (e poi sono quasi sempre pareri viziati dall'andamento a scuola dei figli più grandi e non dalla reale capacità e efficacia dell'insegnante, come insegna Anna Maria a più riprese nel suo blog).
Sarà anche che a scuola quasi sempre i peggiori insegnanti per tutti erano i miei preferiti, per ragioni personali: ad esempio, ho scelto di fare Fisica all'Università anche se la mia prof. del Liceo era uno scandalo, ma avevo un fidanzato col papà inventore che mi faceva fare esperimenti incredibili nel suo laboratorio e io mi sono appassionata. 

Ecco, quale può essere un buon metro di giudizio? Come si fa a scegliere una scuola per 5 lunghissimi anni senza inputs?

Io vi dico quali sono stati i miei parametri, voi aggiungetemi i vostri, in modo che io possa capire se sono drammaticamente fuori strada o sto ragionando con un poco di senso.
Innanzitutto me ne sono fregata delle offerte formative particolari (scacchi, orto o simili, attività che mi interessa che, eventualmente, mio figlio faccia a casa)

La mia prima domanda, quella più importante, è stata: quanti sono gli iscritti per classe?
Tenendo presente che ogni scuola qui ha solo una classe di prima elementare, io ho optato per la scuola che aveva la prima con 10 iscritti (con le altre molto più numerose) e che non si è mai fatta pubblicità con open days e cartelli in ogni dove.
Questo perchè sono certa che una buona scuola per lavorare bene abbia bisogno di pochi alunni e non abbia alcuna necessità di farsi pubblicità (dei posti in cui si lavora bene, maari non si parla ma di norma non si parla male).

La seconda domanda era: ci sono spazi all'aperto per i bambini e quanto vengono utilizzati?
Anche qui ho scelto la scuola che ha un fazzoletto di giardino davanti (in cui si fa colazione e intervallo a turno nella bella stagione) e che fa traversare la piazza di paese ai bambini per portarli a giocare in un parco nelle ore di esercizio fisico.

La terza era: chi gestisce la mensa e come?
Mi è stato dato il nome della Cooperativa che gestisce i pasti per potermi informare per tempo da tutte le scuole. L'unica scuola che ho scartato nella scelta è stata quella in cui i bambini devono prendere il pulmino per andare a mangiare e riprenderlo per rientrare al dopo scuola due giorni alla settimana. Ma tanto Simo manegrà i nmensa solo due giorni a settimana.

Eh, sì.
Perchè la nostra scelta scolastica per l'anno prossimo è stata questa: non far fare il tempo pieno a Simone e cavarcela lo stesso (non mi chiedete come farò, ancora non lo so manco io). Simo farà solo i due rientri pomeridiani previsti per le ore scolastiche fino alle 16 e starà a casa il sabato. I restanti tre giorni mangeremo pranzo insieme e Enrico ed io lo seguiremo coi compiti e con altre attività estrascolastiche (musica, nuoto).

E voi? Che domande avete fatto, cosa avete scelto? Potevate scegliere, più che altro?




Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: i sogni silenziosi :: 6 Jan 2013 9:30 PM (12 years ago)

 (il primo fiore di orchidea di quest'anno)

Questa volta la vacanza è stata davvero vacanza.
Ci siamo (e)straniati dal mondo per qualche giorno: le grand tour attorno al nostro casale, senza muoverci mai.
E abbiamo fatto esattamente quello che era necessario in vacanza: solo cose che ci piacevano.

 (il Twist per Cuore di Maglia in lavorazione) 

Ma, sopra tutto, il tempo libero mi ha permesso di fare il punto di questa meravigliosa situazione che sto vivendo.
Se faccio mezzo passo indietro nella mia vita, quello che vedevo come stallo e inerzia totale non è stato altro che un momento di sospensione dalle mie passioni. Il tempo passato a crearmi una professione, poi a vivere un rapporto di coppia sano e pieno, alla fine a crescere un figlio, quel tempo lì era necessario che scorresse esattamente così e prendesse tutte le mie energie.

In questi ultimi mesi, invece, si sono spanati gli equilibri: ho lavorato davvero troppo, ho faticato troppo, mi sono ammalata.
E mi sono fermata.

Era tutto troppo, non era la voce che cercavo: di casino, di vociare, ce n'era fin troppo.
Nemmeno mi rendevo conto che bastava una richiesta a me stessa:" Shhhhhhhh, per favore".
Perchè, nonostante io viva nel silenzio attorno a me ogni giorno (ok, a parte Simone, ovvio), non ho silenzio dentro, ho un chiacchiericcio di affanni, scadenze, richieste, proposte, contatti, ricerche, risposte. Tutto troppo, non fosse che a quel vociare di fondo ci si abitua e non lo si riconosce più come deleterio a lungo andare.


Ecco, il punto della meravigliosa situazione che vivo sta nel fare silenzio dentro e isolare una dall'altra le stanze di me, quelle in cui stanno la madre, la moglie, l'amica, la figlia e così via. E di chiudere gli sgabuzzini del chiacchiericcio che affastellano, mescolano e confondono le voci, facendo sembrare tutte le parti di me stessa grigie, senza personalità e infinitamente stanche (per inciso, i social sono stati i primi a cadere sotto la mannaia).

Ho sbagliato quest'estate, per troppo zelo, per eccessiva presunzione: ho pensato di poter fare tutto e bene.
Peccare di sovrastima è deprimente, capire i miei limiti esaltante.
Io fin qui arrivo, non ce la faccio a far di più, perchè voglio pensarmi la vita bene e la bontà richiede cura e tempo. In silenzio.  


Così il mio anno inizia senza nuovi propositi, perchè ho già troppi sogni che mi tengono occupata per poter trovare spazio ad altro.
Sogni da buona madre, progetti di musica e poesia (anche insieme!), cura di me.
Sssh. 
 
 
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: God rest ye merry, gentlemen :: 2 Jan 2013 12:17 PM (12 years ago)

Che Dio vi doni felicità ("God rest ye merry, gentlemen").

AUGURI.

Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: when in Rome :: 27 Dec 2012 12:44 PM (12 years ago)


Roma al volo, Roma tante facce.
La faccia della Stazione Tiburtina che pare l'Enterprise di Star Trek e quella degli amici poeti che ti vengono ad aspettare abbracciandoti, senza averti mai vista prima.


La faccia del lavoro in Giuria, dove, per ore e ore, aneddoti su poeti incredibili (da Bellezza a Sanguineti, dalla Morante a Pasolini... conosciuti e frequentati a lungo e personalmente da tanti dei giurati) si sono aggrovigliati alla lettura finale delle poesie in gara per decidere i vincitori.


La faccia della convivialità, dopo il lavoro - racconti e pensieri e storie e progetti.
Io ascoltavo ascoltavo ascoltavo.

La faccia della prima volta da più di 10 anni in una camera d'albergo da sola, coi miei libri preferiti.

 
Roma che mostra la faccia generosa: in una notte uno scrittore incredibile, candidato al Nobel per la Letteratura, legge il mio libro in bozza e mi scrive la prefazione (e me la fa trovare nella mail la mattina seguente - che miracolo di Natale, quello!).


Roma del Caffè Greco su via Condotti, dove si sorseggia qualcosa di caldo respirando la stessa aria di Brancati, Flaiano, della Mafai e della Padovani, di Penna, Levi e Palazzeschi.

Roma dei Fori Imperiali che tra un mese ci torno con Enrico, e avrà ancora un'altra faccia. L'unica che mancava.
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

Cinque! 20 Dec 2012 7:00 PM (12 years ago)

"Auguri, Matti! Come ti avevo detto, mamma è via per lavoro e non potrà esserci a festeggiare il tuo compleanno, ma vicino a questa lettera trovi il regalo che papà e mamma ti hanno fatto. Speriamo ti piaccia, riuscire a capire cosa volessi è stata dura, ogni giorno cambiavi idea..
"Fammi un sorriso, che ti faccio una foto". Ecco..

Oggi non potrò stringerti a me e soffocarti con una "tempesta di baci", come la chiami tu, ma ho fatto la scorta mercoledì, dopo la festina organizzata coi tuoi compagni. E' stato bello osservarti mentre giocavi, ridendo e correndo, brandendo la tua spada di palloncino come un navigato cavaliere. E' stato tenerissimo vederti prender cura di quella bimbetta dell'età di tua sorella, ho riconosciuto il garbo che riservi a Viola e mi ha commosso. Sei un cucciolo, Matt, ma sei già così grande, certe volte mi stupisci davvero. Ti dai da fare in casa, non protesti (quasi) più nel momento in cui tocca mettersi il pigiama e lavarsi i denti, sei premuroso e responsabile nei confronti di tua sorella, la consoli se piange e le porgi da bere se indica il suo bicchiere. Negli ultimi giorni ho scorto sul tuo viso un'espressione nuova, più matura. Un sorriso complice e non più così ingenuo. Un discorso serio, non le solite frasi buffe e sconclusionate. Un'intesa, che fino a qualche giorno fa non era così completa. Ed a quel bimbo grande vorrei dire quanto sono fiera di lui, quanto lo stimo per la sua sensibilità, per la sua onestà, per il suo splendido carattere. 
Amore mio, starò via solo più oggi e stasera quando tornerò, passerò a rimboccarti il piumone ed accarezzarti il viso, ma sii paziente: domani sarà ancora più bello abbracciarci. Ti voglio bene."


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: io vado :: 19 Dec 2012 3:00 AM (12 years ago)

Mi è successo di andar via di casa per 24 ore, il tempo di recuperare Simo a Cuneo. O così credevo.
E' una settimana che sono a Cuneo.
Perchè avevo drammaticamente bisogno di mia mamma per un po' di giorni, così avrei potuto lavorare pesantemente sapendo che Simo era in buone mani. 
E riuscire a ricavarmi tutto il tempo possibile per lavorare e arrivare senza impiccagione ad oggi, ultimo giorno "ufficiale", domani mi occuperò di scadenze e impegni dal treno.
Sì, domani parto per Roma, sono emozionatissima, al punto da essere andata addirittura dal parrucchiere per farmi mettere a posto quella specie di color palude che mi viene sui capelli se non li curo un po'.

Lo confesso, a parte la fuga a Bologna di un anno fa per abbracciare Barbara e Silvia, non ho mai fatto un viaggio così lungo da sola da quando è nato Simo. Non c'è stata occasione, io non l'ho mai cercata o creata.
Vacanze in 3 sì, eccome, ma è un'altra cosa.

So che mi piacerà, so che sarà bellissimo.

Ero un'indefessa viaggiatrice solitaria una volta, per lavoro, per piacere. Adoravo girare in giro, nemmeno sempre con uno scopo che non fosse proprio il solo viaggiare, neppure con la necessità di andare lontanto - la scoperta a volte può essere anche in un quartiere diverso.

Ora non sono più capace, la mia valigia sarà piena come se stessi via 6 mesi ed io, imbranata, avrò il batticuore quando scenderò a Roma Tiburtina e cercherò la metro. Conto sul fatto che mi vengano a prendere gli altri amici poeti.
Non ho voglia di invecchiare dentro, di sentire che per certe cose non è più ora: aprirò il cuore alla mia prima volta a Roma, alle luci e agli addobbi delle vie belle che mi scorreranno accanto, alle poesie che rileggeremo tutti insieme per trovare, tra tanti scritti bellissimi, i vincitori.

Ho provato a raccontarlo a mia nonna come una novità ieri sera, ma mi ha detto che sa già tutto, mia mamma la aggiorna sempre su tutto.

Ha 91 anni ma è più brillante di me, non perde mezzo colpo e ama spettegolare di tutto quello che accade fuori dalla sua casa di riposo, si fa raccontare per filo e per segno cosa combinano le mie amiche storiche (che conosce tutte e di cui ricorda ogni particolare, anche quelli che io ho sepolto sotto tonnellate di ricordi più urgenti).
Allora abbiamo giocato col mio nuovo telefono, che fa anche le foto "da davanti" e le ho fatto vedere Simo che recita una poesia lunghissima.
Non ha battuto ciglio, come se questi spettacolari ritrovati della tecnica fossero "cose" e non "cose-senza-cui-non-posso-vivere".
Lei che mi raccontava che in guerra si festeggiava anche con le bucce di patata in tavola.
E il Natale era quello in cui arrivava un mandarino e qualche noce. Te credo. 
Però gli orecchini nuovi tutti sberluccicanti e intonati alla maglia li ha messi su subito e il profumo ("solo roll-on così lo tengo in borsetta a portata di mano") era proprio quello che voleva. Non si invecchia anche a guardar brillare gli orecchini allo specchio.

Bòn, vado a fare la valigia. Ma torno, Enrico, e ti richiamo all'ordine, che abbiamo da finire un disco.


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: Maria Pierantoni Giua - quando la musica è poesia :: 16 Dec 2012 8:30 PM (12 years ago)

Sempre in merito ai lunghissimi giri che fa la vita, scopro attraverso un amico poeta il disco di una cantante che già sta nell'aria da un pezzo.
Una di quelle che fatichi a fissare perchè devi proprio fermarti ed ascoltare, che di veloce ha solo la capacità accattivante di tirarti nella canzone, poi la leggerezza e la profondità dei suoi testi arrivano piano piano, ogni volta di più.


Lei è Maria Pierantoni Giua, 30 anni appena ma mille attività artistiche alle spalle, e ho avuto il privilegio di intervistarla per curiosare un poco nella sua vita musicale e privata. D'altronde, leggendo strofe come:



Si dice che
è un folle turbamento
che ti scompiglia e piglia
e poi ti lascia in un battito di ciglia
. [da ascoltare qui ]

oppure 


E sogno l'onda alta che mi sommerge,
e sogno senza respirare,
tu non mi avevi detto proprio niente,
non mi avevi detto
che so nuotare.
[da ascoltare qui ]



non viene anche a voi la curiosità di sapere chi sta dietro a questa scrittura e a questa musica?


********

Maria Pierantoni Giua: cantante, compositrice, scrittrice, artista, performer. Quando ti chiedono che lavoro fai, cosa rispondi e perché?

Faccio sempre un po' fatica a rispondere a questa domanda. Di solito me la cavo con un “faccio la musicista”, perché in fondo penso che questo termine racchiuda un po' tutto: è una parola complessa, come la parola architettura.

Musica, parole, disegni, Maria tu fai tutto e, visti i consensi di pubblico e di critica, lo fai pure bene. Ma come fai? Ci racconti una tua giornata e dove vivi?

Cerco di fare bene quello che mi piace perché mi piace, e in questo “mi piace” sono racchiusa io, ma anche il posto che preparo per l'altro, per chi ascolterà, per chi verrà. Seguo un'idea, un'intuizione, fino a quando mi sembra conclusa.
Le mie giornate sono spesso diverse tra loro, scandite da appuntamenti o scadenze da rispettare, dai concerti o da quello che ho voglia di fare. Vivo in una città bellissima, Genova, coi suoi caruggi, il porto, il mare, e uscire anche solo a fare due passi può riempirmi la giornata.
Mi piace molto leggere, andare a teatro, al cinema; mi piace camminare, e ho iniziato un corso di Yoga e uno di Qi Gong, due discipline molto interessanti ed arricchenti.
E poi scrivo, suono, mi occupo della promozione dei miei concerti, discuto col mio compagno su tutto e di tutto e invito gli amici a cena.
Ci sono giorni bellissimi, che arrivano a sera che neppure me ne accorgo; altri più difficili e scoraggianti. In tutto questo però, mi sento molto fortunata ad aver trasformato una passione in un lavoro.
 
E all’interno delle tue giornate, comporre, scrivere, quanto ha di casuale e quanto di studiato? Ti prendi del tempo e “una stanza tutta per te”?

Scrivo e compongo in modo “studiato” solo quando è su commissione, per il Teatro ad esempio. Ma di studiato c'è soltanto il fatto che ho un tempo da rispettare entro il quale far precipitare le idee. Altrimenti annoto, scrivo, abbozzo melodie quando si presentano, e poi rielaboro. Per questo mi prendo tempo e spazio, ma è anche vero che succede un po' quando succede, nei momenti più diversi e meno “appropriati”, da cogliere al volo!

Hai iniziato da bambina a scrivere e suonare, difficile quindi immaginarti in altre vesti. Ma se non avessi scelto l’arte, cosa avresti fatto?

Da piccola volevo fare la biologa marina, perché mi ha sempre affascinato il mondo subacqueo, i pesci, le meduse, le conchiglie. Trascorrevo le mie estati in acqua, con maschera e boccaglio, tra gli scogli a curiosare, e ancora oggi, quando ho un po' di tempo, mi piace andare al mare.
Ci sono altre due, tre passioni che avrei potuto sviluppare e magari trasformare in un lavoro: la filosofia, la liuteria e l'architettura, ma la facilità con cui sono andata dietro alla musica ha scelto per me.
 
Nel CD recita una filastrocca tua nonna Anita Macchiavello, da te definita “donna di lettere e scrittrice di novelle”. Ma com’è nonna Anita con te? E quanta parte ha avuto nella tua arte?

Anita è una donna meravigliosa, una delle poche donne dei suoi tempi ad aver fatto l'Università: andava da Rapallo a Genova in bicicletta perché c'era la guerra e non funzionavano né treni né macchine.
E' una donna raffinata e leggera, fiduciosa e allegra, con una fede e uno sguardo sulla vita da cui imparo ogni volta. Mi vuole molto bene, è sempre stata dalla mia parte, e io le sono grata e ricambio il suo amore con il mio. Alla mia arte ha contribuito così, seguendomi, stando con me, regalandomi libri, dandomi ripetizioni di latino (ero davvero una capra!), parlandomi dell'opera lirica che tanto ama. Ma soprattutto ha contribuito alla mia vita facendomi sentire sulla strada, né giusta né sbagliata: sulla mia strada.
 

Il tuo nuovo CD con Armando Corsi è davvero interessantissimo. Ho fatto in tempo a condividere qualche video su Facebook che tutti mi scrivevano: dimmi chi è, dimmi dove posso trovare il CD. Ma per realizzarlo, quanto tempo ci è voluto? Raccontaci qualcosa della registrazione.

La realizzazione di un disco inizia ben prima di quando si entra in studio, ma sorprendentemente “accade” in studio.
Per me e Armando è andata così. Parlavamo da tempo di registrare insieme, e dopo tanti anni di concerti e viaggi abbiamo pensato fosse arrivato il momento giusto. Abbiamo deciso di passare dieci giorni in studio registrando in diretta come se stessimo suonando dal vivo. Abbiamo fissato quasi una quarantina di brani, tra canzoni mie, pezzi strumentali suoi e alcune cose nate lì per lì. Poi abbiamo riascoltato, abbiamo iniziato a scegliere e a sovrincidere altri strumenti. Tra pause, ripensamenti, ascolti, tagli, interventi degli ospiti e ideazione della parte grafica, abbiamo impiegato otto mesi. E' stato bellissimo seguire tutto e andare a cercare quello che volevamo fino a dire “ecco: così!”. E poi, per me, fare questo disco ha significato fare il punto della situazione, della mia evoluzione artistica e personale, e segnare una svolta nel rapporto con Armando che è stato dapprima il mio maestro e poi un grande amico e un compagno musicale.

Ora sei alle prese con la promozione del disco in Italia (e all’estero?) e porti in giro il tuo spettacolo con moltissime serate. Ma poi? Qual è il passo successivo?

Il passo è sempre successivo! Anche il nostro concerto è in continua evoluzione: abbiamo coinvolto il poeta e musicista Pier Mario Giovannone dando una veste nuova e più ricca al nostro spettacolo. Stiamo lavorando assieme a un progetto di filastrocche musicate pensate per i bambini con dei compagni di avventura speciali, la Banda Osiris. E poi bollono in pentola canzoni nuove, una mostra per la prossima primavera, un disco che definirei “di ricerca” su cui ancora non voglio sbilanciarmi... Insomma, le idee non mancano!




E raccontami dei suoni
e di come si fa il vetro
e sussurrami ti prego
anche l'ultimo segreto

che ti conto dei miei viaggi
di corbezzoli e miraggi
e dei sassi sulla spiaggia
come fossero gioielli.  
[da ascoltare qui ]
 

 ********

Inutile che vi dica che il poeta che ci ha messe in contatto era proprio Pier Mario Giovannone e che non vedo l'ora di incontrarli quando verranno qui sulle colline! Intanto metto su il CD e ricomincio a ballarlo con Simo.
Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: Xmas flash :: 10 Dec 2012 2:31 AM (12 years ago)


Come tutti, anche noi.

 

Decorazioni, alberi e presepe.
Ma quest'anno c'è una sorpresa in più: le statuine di mia mamma, che arrivano dagli anni '40 e hanno i personaggi di gesso con un'aura hollywoodiana (la donnina che porta le uova è Gina Lollobrigida bionda, ne sono certa).


Mia mamma si è commossa a tirar fuori così tanti ricordi e vederli tra le mani di Simone per la prima volta.
Enrico ed io eravamo felici.

Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: vado avanti a casaccio :: 6 Dec 2012 9:00 PM (12 years ago)


E' tutto pieno di segnali il fine d'anno.
Pieno di bellissimi segnali.
Sono attorniata da gioia, vita e musica.
Le orchidee, i 10 vasi per la precisione, hanno butti e boccioli a non finire.
Ho finito un disco.
Il libro vedrà la luce presto.
E ho tanti nuovi progetti per l'anno a venire.
Lo sapete cos'è una sonorizzazione poetica?


Si avvicina il Natale e noi abbiamo le mani in pasta. E paciocchiamo tutti a turno, cantando canzoni fuori stagione.


Si avvicina Roma e gli incontri coi poeti grandi, veri, decisi. Io, là da sola, senza Enrico.
E la luce trasversale del mattino finalmente arriva. Tra poco si risale, 15 giorni e la svolta.


Sono piena, carica e compressa. Overflow un poco disperato.
A volte sbaglio, mi esprimo male e fraintendo.
Ho due immense fortune: una famiglia che non solo mi tollera ma mi ama "nonostante".
E delle amiche che mi capiscono anche quando smetto di farlo io, che mi sanno dire che mi vogliono bene anche quando ci sarebbe da pestarmi con i bastoni.
E poi ho me.
Mi piace avere coraggio e vado avanti, anche se a casaccio.


Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

Mamma, li Turchi!!!! 4 Dec 2012 9:13 PM (12 years ago)

In casa nostra si pratica il grooming. Come i veri primati: madre-padre, padre-figli e madre-figli. Come afferma anche wikipedia, rafforza le strutture sociali. E infatti non vi dico come mi sono sentita rafforzata, quando ieri sera, durante il grooming madre-figlio, ho intravisto una bestiolina nera camminare tra i capelli del pargolo.

Ahhhhhh, i pidocchiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

Due cadaveri dopo lo sterminio..

Da quel momento panico. Partivano a raffica i comandi: "Tu, lavati i capelli con questo shampoo" e "Tu, prendi le lenzuola del suo letto e mettile in lavatrice!" "Chi vede il cappellino marrone lo ficchi nel mastello dentro la vasca!" "Tu! No, tu sei troppo piccola.. Allora tu!..". Il piano era pronto da mesi: da quando all'asilo hanno avvertito della presenza di casi di pediculosi, m'ero già prefigurata il protocollo da seguire e comprato quanto necessario. Però, per quanto preparata, vederli dal vivo suscita sempre un certo timore.

Ma soprattutto: perché mi prude così tanto la testa?




Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

Sindacalisti (e rompiballe) si nasce.. 2 Dec 2012 10:30 PM (12 years ago)

Approfitto della momentanea pausa della mia socia per scrivere due righe io.
Due righe in quasi un anno, lo so, sono poche. Ma ho voluto non forzare i tempi, non costringermi a cercare qualcosa di cui scrivere, in un momento in cui proprio non ne avevo voglia. O tempo. O forse entrambe. Non potendo prendermi la maternità sul lavoro, l'ho presa nel blog. La mia socia in questo periodo s'è fatta in quattro, in otto, in tremila, gestendo le mail, rispondendo ai commenti, scrivendo millanta post, forse anche twitterando, non so, non seguo (più).

Un paio di settimane fa però mi ha preso per il bavero, chiedendo di comunicarle che intenzioni avessi.
Gulp! Ha tutte le ragioni.
Inizialmente l'idea era di mollare. Poi... poi. Ma come caspita si fa???? Oh, non ce l'ho fatta a cancellare tutti questi anni insieme, anni di condivisione, di progetti, di amicizia o di chiacchiera e basta.
Quindi maternità finita. Si torna al lavoro!
Stazione di bookcrossing nell'ambulatorio di un collega.. un'idea GENIALE!!!

E dopo averle detto anche qui mille volte grazie (non basta, lo so, pagherò pegno..) per essersi sobbarcata tutto il lavoro in questo mio periodo di latitanza, le pongo una domanda: 

ma ho diritto all'allattamento?



Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

:: overflow :: 1 Dec 2012 4:25 AM (12 years ago)


 Momentaneo overflow.
Sono troppe le novità, le sorprese, le occasioni, le esperienze.
Mi prendo un poco di tempo per viverle spensierata e poi torno a raccontarvi tutto con calma.
A presto!

Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?

{this moment n.89} 29 Nov 2012 9:30 PM (12 years ago)

 
"A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. 
A moment I want to pause, savor and remember."

Words and Inspiration by Amanda and many others...

Puoi iscriverti ai feed per essere aggiornato sui nuovi post! Se vuoi avere informazioni sui feed, clicca qui.

Add post to Blinklist Add post to Blogmarks Add post to del.icio.us Digg this! Add post to My Web 2.0 Add post to Newsvine Add post to Reddit Add post to Simpy Who's linking to this post?