Questa è la nostra casa una quindicina di anni fa.
Diciamocelo, aveva il suo fascinaccio.
Quell'appeal demodè, quel vedo|non vedo l'orrore della carabattola.
L'ondulina in eternit che fa tanto boom economico anni '50.
Il fienile chiuso con gli assati, un personale albero degli zoccoli.
Era detta "Casa dei Patanè", dalla famiglia che ci abitò da fine '800 fino agli anni '60, la quale pare fosse così tirchia ma così tirchia che ancora oggi in paese dire che si condisce o si mesce come i Patanè, vuol dire micragnare mettendo una sola goccia di condimento o di vino.
Attorno c'eran solo vigne e deve essere stato un paradiso, un'isola perfetta di solitudine cent'anni fa.
Ma poi il tempo è passato e le cose son cambiate.
Quando abbiamo messo mano alla casa, tutto sembrava congiurare contro di noi, i guai ci comparivano tra le mani uno dopo l'altro.
E abbiamo rifatto praticamente tutto, anno dopo anno dopo anno dopo anno...
Ecco, visto coi lavori mollati a metà non è un bello spettacolo, vero?
Anzi, è squallido e deprimente se non impari a guardare oltre il presente.
Io con la casa e i lavori sono riuscita a farlo solo dopo anni, all'inizio mi disperavo di tutte le macerie e i materiali raccolti, piramidi di pavimento in cotto recuperato, mucchi di coppi, montagne di mattoni pieni.
Mi svegliavo di cattivo umore, mi veniva da piangere, guardavo in giardino i macchinari fermi perchè era inverno, o perchè eravamo senza soldi, o perchè non si riuscivano ad incastrare le persone giuste che posassero tubi, pavimenti o alzassero muri nei momenti giusti.
Ho fatto per anni lo stesso errore con le persone: non guardavo oltre il presente.
Pensavo che se non continuavano a rappresentare la stessa immagine per me non mi sarebbero più piaciute, non le avrei più amate. Intanto le persone cambiavano, facevano scelte differenti e a volte si avvicinavano a me, ma altrettante si allontanavano. Giustamente.
Giro intorno all'argomento.
A scuola dicevano: o la sai, o non la sai, non girarci intorno.
Ecco, alla fine a cambiare sono stata io.
Alla fine cambia anche questo spazio virtuale per me, il modo in cui lo gestisco e gli argomenti di cui scrivo.
In questi giorni, complice un'amicizia ritrovata che pare aver fatto molto gossip su FB (OMG!), facevo delle riflessioni.
Ho ricevuto una sfilza di messaggi che mi chiedevano come mai avevo cambiato parte delle barricate, che cosa era successo.
Perchè intrattenevo rapporti cordiali anche con il nemico, chi ha fatto della rete un mestiere? Ero diventata matta?
Matta?
Ci sono rimasta malissimo. Io non mi sento matta, mi sento benissimo. Non rivendico il diritto di cambiare idea perchè non è un diritto, come non rivendico il diritto a respirare, o a pensare, o a fare pipì. Sono azioni naturali.
Ieri mi ha colpito un'osservazione di Lucia in un commento su un altro blog, dove si spendevano un mucchio di critiche dirette ad un post sponsorizzato su un blog che si sa che pubblica post sponsorizzati.
Lucia, rivolta a chi si lamentava della pubblicità, diceva all'incirca così "
che ne dici di pagare un abbonamento al blog? O ti va bene sempre gratis?". Ecco, le lamentele quando sono comode si spendono meglio degli spiccioli e io do ragione a Lucia.
La mia casa, dopo anni di lavori non è bellissima, ha un sacco di magagne, un mucchio di guai e siamo sempre in guerra con qualche pasticcio nuovo di zecca. Ma è nostra, l'abbiamo fatta a forma e misura di quanto ci amiamo. Abbiamo inventato e scelto tutto noi.
E così io. Mi faccio ogni giorno a misura del mio cuore, se cambio idea e se su questo blog non scrivo più di tettarelle e pannolini o terrible twos è perchè non c'è più nessun two in questa casa e io non sono più la mamma di un duenne.
Se non scrivo più di notti insonni è perchè ho cominciato a dormire quando mio figlio a 5 anni ha deciso di farlo pure lui.
Se invece scrivo del mio mondo attorno, della gioia delle scoperte musicali, poetiche, del Cuore di Maglia, delle mie amicizie vecchie e nuove, se magari passa un mese prima che parli di mio figlio, è solo perchè con lui ora condivido più anima che gesti, siamo cresciuti entrambi e, a volte, è un discorso troppo personale.
Non sarà mai sponsorizzato questo blog nè scriverò a comando niente di niente qui, amerò sempre i blog ADVfree che sono un delizioso hobby per chi un lavoro ce l'ha e non ha bisogno di mettere su la pagnotta, ma non chiedetemi più di schierarmi solo da una parte.
Mi piace pensare che ci schieriamo tutti dalla parte del buon senso e della buddhista via di mezzo.
Se avessi dato retta alle critiche sulla gestione di casa mia, forse vivrei dall'altra parte del mondo nel centro di una grande città e sarei infelice.
Se ora dessi retta a chi mi taccia di incoerenza solo perchè ho lasciato al palo l'intransigenza legata stretta all'acredine che ogni tanto mi distingueva, sarei altrettanto infelice.
La mia casa e il mio cuore sono in ristrutturazione perenne.