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Il blog della prima Community dei "Milleuristi & (S)Contenti"
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Berlino Sono Io 12 Dec 2010 2:53 PM (14 years ago)

Claudio, ex Generazione Mille Euro, oggi ha trentadue anni, un posto fisso di marketing manager, è proprietario di un appartamento e presto convolerà a nozze.

È soddisfatto. Ma, come tanti coetanei, è ancora in bilico: un mix di euforiche sicurezze e dubbi estremi. Si sente spaccato in due: da una parte la carriera e l’amore, dall’altra gli eccessi della Milano notturna, dove crede di ribellarsi all’inquadramento finto borghese nel quale si sente imprigionato. All’inizio i sintomi quasi non si avvertono: un formicolio in tutto il corpo, la concentrazione intermittente. Quando però arrivano le vertigini, il senso di vuoto, gli attacchi di panico, Claudio capisce che così non può andare avanti. Complice l’incontro con Rossella, migliore amica del passato, parte per Berlino, città delle infinite opportunità, che diventa per lui simbolo di libertà interiore. Lì, dove il movimento non è fine a se stesso ma energia pura, persino lottare contro le proprie debolezze torna ad avere un senso. È quello, oggi, per Claudio e per molti come lui, il luogo giusto per ricominciare da zero.

Quattro anni dopo il successo del libro cult Generazione Mille Euro, la storia di Claudio torna in questo romanzo: Berlino Sono Io offre uno spaccato, elettrico e genuino, della vita dei trentenni di oggi.

Leggi e ascolta i primi 2 capitoli e guarda il booktrailer sul sito ufficiale.

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Questa casa è un albergo! 1 Dec 2010 3:37 PM (14 years ago)

Eravamo Milleuristi e siamo diventati Milleuristi? Magari!, eravamo Precari e siamo diventati Sottoccupati, eravamo Bamboccioni e siamo rimasti Bamboccioni.
Già. Perché se fino a qualche anno fa ci lamentavamo che dei nostri problemi, in Italia, non si fosse mai parlato, oggi dobbiamo lamentarci perché se n'è parlato fin troppo, ma se n'è soltanto parlato.

La Politica si è limitata semplicemente a cavalcare l'onda mediatica, strumentalizzandola ora in modo (sterilmente) populista ora in modo (altrettanto sterilmente) nichilista. Le Istituzioni si sono preoccupate unicamente di fare buon viso a cattivo gioco, millantando interesse e sensibilità alla causa laddove, al contrario, veniva foraggiata con spavalda arroganza ogni forma di collaborazione atipica. E i canali di Comunicazione hanno ritenuto notiziabili unicamente i modelli negativi, spettacolarizzando fino all'estremo i "casi umani" e sottacendo in toto gli esempi positivi di chi, rimboccandosi le maniche, era riuscito a emancipare la propria condizione.

Soluzioni pochine, insomma. A voler essere pignoli, quasi nessuna. Tanto che il 47.7% dei gggiòvani tra i 25 e i 34 anni (che sono considerati ancora gggiòvani solo nel nostro Paese, peraltro) vive ancora - inevitabilmente - con i genitori laddove, per fare giusto qualche esempio, in Danimarca lo fa il 2.8%, in Olanda l'11.8% e in Francia il 13%.
A offrire un'alternativa al proverbiale tormentone del «Questa casa non è un albergo» prova allora un'iniziativa decisamente originale che sin dal titolo, Questa casa è un albergo, si prefigge di ribaltare la prospettiva del problema offrendo a un ragazzo di età compresa tra i 18 e i 39 anni di trascorrere gratuitamente un anno intero in hotel sperimentando così, per la prima volta, l'emozione (e il privilegio) di essere indipendente dai genitori.

Per partecipare è sufficiente caricare sul minisito dedicato un breve video, possibilmente ironico e brillante, che descriva la propria condizione - di Milleurista, di Milleurista? Magari!, di Precario, di Sottoccupato e/o, più genericamente, di Bamboccione - e che faccia emergere uno spirito intraprendente in linea con il premio in palio. Il vincitore sarà selezionato da una shortlist di 50 video composta dai 25 più votati dagli utenti e dai 25 prescelti da una Giuria di qualità, e farà il suo ingresso in uno degli alberghi della catena Ibis il 15 marzo 2011.
La deadline per inviare la propria candidatura al concorso, promosso da HRS.com in collaborazione con Accor Hotels, è il prossimo 31 gennaio.

In bocca al lupo e... in camera all'albergo! ;)

Matteo

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Lombardia 2010 - Il bilancio 31 Mar 2010 12:16 AM (15 years ago)

Ci sono stati i giornali, meno i blog. C’è stata l’idea, meno i voti.
Quasi 7mila persone hanno visualizzato le videointerviste sul canale Stagisti TV di Youtube e su tutti gli altri siti e blog dove erano state pubblicate. I candidati videointervistati hanno raccolto complessivamente quasi 45mila preferenze (per la precisione 44.893, dalle 12.962 per il piddino trentunenne Maurizio Martina - eletto nella circoscrizione di Bergamo - alle 14 ottenute da Stefano Tevini, candidato a Brescia nelle fila della Federazione della Sinistra).

Questo il riassunto dell’iniziativa volta al ricambio generazionale in Lombardia.
45mila sembra un grande numero, ma in effetti è molto piccolo rispetto al totale dei votanti in Lombardia: 4.973.519 secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, il che significa che meno di un elettore su cento ha dato fiducia a uno dei candidati under 35.

Noi abbiamo provato a sostenere, al di fuori della logica dei partiti, i candidati giovani, under 35, per favorire un rinnovamento del consiglio regionale.
Degli intervistati solo tre ce l’hanno fatta. Una bassa percentuale, come basso era il numero degli under 35 nelle liste, ma l’idea di fondo rimane la stessa: servono volti, idee, persone, programmi nuovi, diversi, innovativi. Ce ne sono stati pochi, e non crediamo nemmeno che under 35 significhi per forza nuovo: è evidente che ci sono tanti giovani che hanno poco da dire, ma è altrettanto chiaro che serve agire, fare, tentare, provare. Ecco perché noi, al di fuori dei partiti, abbiamo messo insieme questa iniziativa, nata nel solco delle esperienze precedenti fatte da ognuno di noi. Ecco perché, in questa forma o con altre idee, torneremo a occuparci di politica anche in vista delle elezioni comunali di Milano, giugno 2011.

Eleonora Voltolina
Antonio Incorvaia
Alessandro Rimassa
Alessandro Rosina

********************************************************************

Di seguito i risultati dettagliati dei candidati che hanno aderito alle videointerviste di "Lombardia 2010 - Spazio agli under 35", con il dato delle preferenze che hanno ottenuto.

1) MARTINA MAURIZIO, CALCINATE, 09 Settembre 1978, 12.962 preferenze > ELETTO
2) CIVATI GIUSEPPE DETTO PIPPO, MONZA, 04 Agosto 1975, 10.256 > ELETTO
3) TREMAGLIA ANDREA BERGAMO, 25 Settembre 1987, 4.676 preferenze
4) CAVALLI GIULIO, MILANO, 26 Giugno 1977, 3.835 preferenze a Milano + 528 a Varese > ELETTO
5) BUSSOLATI PIETRO, MILANO, 02 Maggio 1982, 3.528 preferenze
6) CAPELLETTI CHIARA DETTA CHIARA, CREMONA, 09 Aprile 1978, 2.643 preferenze
7) GATTI ALESSANDRA, SEGRATE, 19 Novembre 1988, 895 preferenze
8) BUTI MAURO, ANCONA, 22 Ottobre 1979, 680 preferenze
9) SIBILIO LUIGI, CODOGNO, 30 Giugno 1984, 639 preferenze
10) VILLA FEDERICO, TRESCORE BALNEARIO, 15 Luglio 1990, 616 preferenze
11) RADAELLI DANILO, MILANO, 11 Maggio 1976, 603 preferenze
12) ANZOLA DARIO, GUASTALLA, 04 Marzo 1982, 503 preferenze
13) MARCUCCI ALESSANDRO, LECCO, 26 Ottobre 1988, 408 preferenze
14) FLORIO SARA, MILANO, 19 Aprile 1980, 382 preferenze
15) CATALANO IVAN, LEGNANO, 17 Ottobre 1986, 273 preferenze
16) SCIOTTI ANDREA, CHIARI, 27 Ottobre 1987, 269 preferenze
17) PANDOLFI MATTEO, GENOVA, 28 Agosto 1978, 223 preferenze
18) STRAZIO GABRIELE, GARBAGNATE MILANESE, 13 Marzo 1984, 189 preferenze
19) PAVLOVIC DIJANA, KRUSEVAC (SERBIA), 11 Novembre 1976, 161 preferenze
20) GIURIATO ANITA, VIMERCATE, 03 Ottobre 1976, 135 preferenze
21) BAROSSELLI MICHELE, VOGHERA, 18 Agosto 1988, 123 preferenze
22) PELLEGRINO IVAN, SIRACUSA, 11 Marzo 1977, 115 preferenze
23) DONZELLI ALESSANDRO, GIUSSANO, 14 Agosto 1979, 115 preferenze
24) CASAROLLI SILVIA, SESTO SAN GIOVANNI, 04 Gennaio 1979, 99 preferenze
25) SORIAL GIRGIS, BRESCIA, 12 Luglio 1983, 90 preferenze
26) ANZALONE ALBERTO, PALERMO, 06 Settembre 1980, 48 preferenze
27) LOBOSCO FABIO, MILANO, 04 Maggio 1991, 47 preferenze
28) IDRA MASSIMO, BRESCIA, 13 Luglio 1975, 43 preferenze
29) GIULIANI ANDREA, BRESCIA, 01 Gennaio 1990, 34 preferenze
30) DONAT CATTIN SIMONE, MILANO, 03 Luglio 1978, 31 preferenze
31) TEVINI STEFANO, BRESCIA, 02 Aprile 1981, 14 preferenze

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Lombardia 2010 - Spazio agli under 35 18 Mar 2010 11:27 PM (15 years ago)

«Ricambio generazionale». Se ne parla tanto, ma in realtà la vecchia guardia resta saldamente inchiodata alla poltrona e i giovani, per quanto capaci, faticano a emergere e ad accedere alle stanze dei bottoni.
Tra pochi giorni gli italiani saranno chiamati alle urne per le Regionali. Proprio in vista di queste elezioni parte il progetto Lombardia 2010 – Spazio agli Under 35, un'idea di Eleonora Voltolina, direttore del sito Repubblica degli Stagisti; Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa, autori di Generazione Mille Euro; e Alessandro Rosina, docente di Demografia e autore del libro Non È Un Paese Per Giovani.

Obiettivo: videointervistare i candidati nati dopo il 1975, per sostenere e dare visibilità a chi può farsi interprete, non solo anagraficamente ma anche nelle intenzioni, delle esigenze di un «rinnovo generazionale».

Voltolina, Incorvaia, Rimassa e Rosina hanno spulciato le liste elettorali e hanno contattato, cercandone i riferimenti attraverso blog e social network, 54 giovani candidati – 18 anni il più giovane, 34 il più vecchio – invitandoli a farsi videointervistare. In 30 hanno aderito con entusiasmo.
«Questa volta, per motivi logistici e organizzativi, ci siamo dovuti limitare geograficamente alla Lombardia» spiega Eleonora Voltolina: «ma il senso dell'iniziativa è nazionale». «Abbiamo bisogno di far ringiovanire, in modo qualificato, la politica e le istituzioni», le fa eco Rosina, «È fondamentale che i giovani inseriti nelle liste abbiano spazio ed effettive opportunità di farsi conoscere e di comunicare le loro idee e proposte. Per far sì che le candidature dei giovani non siano solo operazioni di finto giovanilismo».

Le videointerviste sono da oggi online su YouTube, su Facebook e sul sito Repubblica degli Stagisti: l'appello di Rimassa è che «giornali, siti e blog ci diano una mano linkandole: più questi candidati giovani avranno visibilità, più la Rete avrà contribuito al ricambio generazionale».
Il progetto è all'insegna della trasversalità: sono stati invitati tutti i candidati di destra e di sinistra, da Rifondazione Comunista a Forza Nuova. «Va rilevato che alcuni partiti ci hanno facilitato la strada», dice Antonio Incorvaia, «E abbiamo apprezzato e privilegiato la trasparenza di chi ha pubblicato on-line gli elenchi dei candidati con relativo CV e indirizzi email. Viceversa, con altri è stato complicato riuscire ad ottenere anche semplicemente i contatti e le informazioni di base».
Le videointerviste, con sei domande uguali per tutti, mirano a evidenziare le idee dei candidati in materia di scuola, università, stage, lavoro e integrazione, ma anche a far scoprire al pubblico chi sono, come sono arrivati all'impegno politico, il percorso alle spalle e i programmi per il futuro.

Questo progetto costituisce il primo esperimento di "Osservatorio 2.0" sui temi della politica Under 35.
Il numero di candidati all'interno di questa soglia, quantomeno in Lombardia, è bassissimo - con circoscrizioni con rappresentanze minime o del tutto marginali, come quelle di Cremona, di Lecco, di Lodi e di Sondrio -, e il loro posizionamento lascia poco spazio all'ottimismo riguardo all'effettiva possibilità di essere eletti. Ma, nonostante questo, è tempo di spalancare le finestre e lasciare entrare aria fresca. E per farlo, per cominciare, basta un click.

Guardate qui tutte le videointerviste e iscrivetevi al gruppo su Facebook!

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Ammortizzatori asociali 17 Mar 2010 4:00 AM (15 years ago)

Ce lo stanno ripetendo da anni, in fondo: «C'è la Crisi».
Pazienza se chi si appella alla «Crisi» per decimare periodicamente posti di lavoro nella propria società, poi, i soldi per organizzare cene di rappresentanza o per pagarsi un mese all inclusive 5 stelle alle Maldive con la carta di credito aziendale li trova sempre. E pazienza anche se chi si appella alla «Crisi» non si pone nemmeno il problema di bonificare i rami secchi dei propri organigrammi, ma passa indistintamente la trebbiatrice laddove il contratto lo permette, alla faccia del merito e del rispetto per la produttività pregressa.
L'importante è minimizzare i costi. Ma di questo abbiamo già parlato.

La novità è che adesso l'INPS ha disposto che tutti i Co.Co.Pro. che siano stati epurati dal proprio posto di lavoro possono richiedere un bonus di indennità pari al 30% del reddito percepito nel 2009, ma in ogni caso non superiori a 4.000 euro.
I requisiti necessari al rilascio del bonus sono:

- lavorare/aver lavorato solo per il committente che ha interrotto il rapporto di lavoro;
- aver conseguito nel 2009 un reddito lordo compreso tra 5.000 euro e 20.000 euro;
- aver lavorato almeno tre mesi nel 2009 e almeno un mese nel 2010. Deve cioè risultare che il datore di lavoro ha accreditato i contributi, corrispondenti ai mesi lavorati, presso la gestione separata dell'Inps;
- essere senza contratto di lavoro da almeno due mesi.

Come si legge su Altroconsumo, la domanda di indennità

deve essere presentata entro 30 giorni dalla data in cui risulta concluso il rapporto di lavoro. Può essere inviata per posta con raccomandata a/r o consegnata di persona alla sede Inps competente in base alla residenza. Allo stesso modo, ci si può rivolgere a un patronato che gratuitamente vi assiste nella compilazione e nell'invio del modulo.
Come per tutti gli altri ammortizzatori sociali, anche questa indennità prevede, per l'erogazione, che insieme alla domanda sia consegnata una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro o a un percorso di riqualificazione professionale.

Al di là della cavillosa restrittività di alcuni requisiti (chi ha lavorato in Co.Co.Pro. con uno stipendio pari o superiore ai 1.670 euro lordi non ha diritto ad alcuna indennità, anche se è poi rimasto ugualmente a casa), non mi tornano molto i conti: come si fa a presentare una domanda «entro 30 giorni dalla data in cui risulta concluso il rapporto di lavoro» e, contemporaneamente, essere senza contratto di lavoro da almeno due mesi?!?

Matteo

PS: credo di avere svelato l'arcano.
Il sito dell'INPS notifica che

La domanda deve essere presentata entro 30 giorni dalla data in cui risultano verificate le condizioni indicate nella circolare 36 del 9 marzo 2010.

L'equivoco nasce dunque da un fraintendimento del testo da parte dell'editor di Altroconsumo. Adesso voglio sperare che il refuso non metta anche lui nelle condizioni di dover chiedere il bonus, tra due mesi ed entro altri 30 giorni...

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Se una regola c'è 15 Mar 2010 3:50 PM (15 years ago)

Mettiamola così: questa volta voglio essere talmente ingenua che mi riservo di non voler crederci. Perché sarebbe tragico sapere che ci sono aziende che perseguono di proposito simili strategie, e perché sarebbe ancora più tragico pensare che non ci sia alcun modo per intervenire a livello legale...


I fatti.
Tornando a casa in metrò, questa sera, ascoltavo i discorsi di due ragazze sedute davanti a me. Avranno avuto 25/30 anni e parlavano di operatori telefonici. Una delle due raccontava di avere attivato una nuova tariffa in abbonamento che prometteva, a un costo decisamente conveniente, la possibilità di godere di un sostanzioso plafond mensile di traffico voce e dati verso tutti a patto di addebitare il pagamento su RID bancario. Tuttavia, era successo che l'operatore in questione le avesse "erroneamente" addebitato nella prima bolletta la bellezza di 300 euro (!!!) in più del dovuto per un "presunto" esubero - poi risultato essere inesistente - rispetto al plafond concesso. Dopo aver consumato il proverbiale rosario di chiamate al call center + fax + raccomandate, le era stato risposto che le sarebbe stato erogato il dovuto rimborso sotto forma di detrazione sulle bollette dei mesi successivi. E fin qui, problema numero 1: perché se un operatore telefonico "ruba" 300 euro a un suo utente non viene obbligato a restituirli interamente e immediatamente, ma può distillarli un tot al mese maturando addirittura degli interessi su soldi "rubati"?

Ma non è finita. Perché l'altra ragazza, a quel punto, ha confessato di lavorare nel call center di un altro operatore telefonico e le ha spiegato che il fine ultimo di questi "presunti errori" non è soltanto quello di appropriarsi indebitamente di denaro (come abbiamo visto ormai decine di volte a Mi Manda RaiTre), ma anche - problema numero 2 - quello di mettere gli operatori dei call center nelle condizioni di NON poter risolvere i disagi provocati da questo genere di problema in modo da avere il pretesto ideale per silurarli per mancanza di risultati.

Ecco: chiamatemi ingenua (o cogliona, o come volete), ma io non voglio crederci che sia davvero così. Non voglio pensare che se un operatore telefonico si appropria indebitamente del denaro di un cliente, l'"errore" si ritorce sia contro il cliente stesso che contro gli operatori del call center mentre all'azienda non viene nemmeno torto un capello.
No, non voglio proprio pensarlo. Ma che qualcuno mi dia una spiegazione convincente, perché faccio sempre in tempo a cambiare idea.

Rossella

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Siamo uomini o controfigure? 28 Feb 2010 12:51 AM (15 years ago)

Fa sempre piacere, nell'infeltrita apatia (leggi: reiterato menefreghismo - qualora non pervicace strumentalizzazione -) delle Istituzioni nei confronti delle problematiche connesse al mondo del Lavoro, sapere che ci sono ancora voci che non si rassegnano all'ineluttabilità degli eventi e/o a mettere la testa sotto la sabbia.
Una di queste è Benedetta Cosmi, autrice del libro Non Siamo Figli Contro-Figure, che si unisce a quante non ci stanno a vivere in «un'Italia con la pensione alta e la pressione bassa» rivendicando l'infondatezza delle accuse contro "Bamboccioni" & company:

Io credo che più che squattrinati i nostri trentenni siano depotenziati, disarmati di efficacia, impotenti anziché in potenza.
Sono poveri di posizioni ricoperte, di incarichi svolti, di progetti
gestiti, non dico coordinati che è cosa diversa. Io credo non esistano
più i Baroni. Ma sono aumentati i “nessuno immischiati col niente”. E paradossalmente la posizione man mano che ci si allontana dallo status di studente tende a precipitare in tale direzione, perché la rivoluzione copernicana ha portato finalmente questi al centro dell’Università, ma
una volta scattata la laurea inizia la periferia. Quale sarebbe la faccia degli esaminatori se ad un concorso per docente di seconda fascia si presentasse un mio coetaneo? Eppure se l’Università è il primo datore di lavoro che li snobba come può pretendere che la fiducia gliela diano le altre aziende?


Viviamo nel mito della "Bit Generation" - quella delle tre M: Metro, Master e Messenger - ma siamo schiavi di quella del "Beat", che occupa indisturbata da quattro decenni tutti i posti dirigenziali più importanti della vita pubblica e si guarda bene dal liberarne anche soltanto qualcuno. E tanto più grave questo si percepisce nelle scuole (Superiori e Università, indistintamente), che dovrebbero essere l'epicentro del rinnovamento e il lasciapassare verso la meritocrazia e invece si riducono a ricoprire il ruolo di parcheggi di lusso, dove il disorientamento prevale sull'orientamento.

Come Benedetta, chiunque abbia voglia e argomenti da sostenere per tenere alta l'attenzione - e soprattutto il livello di allarme - sui problemi autentici che colpiscono noi e i nostri coetanei non si lasci risucchiare dalla rassegnazione, ormai sempre più diffusa, che «tanto non serve a niente»: il solo pensarlo significa agevolare ulteriormente il compito a chi da anni non aspetta altro che di trasformarci in contofigure.

Alessio

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Il Kit dello Stagista 31 Jan 2010 1:30 AM (15 years ago)

Della gloriosa Repubblica degli Stagisti fondata dalla vulcanica Eleonora Voltolina abbiamo testimoniato, nel corso di questi ultimi anni, la nascita e le lusinghiere evoluzioni.

Oggi torniamo doverosamente a parlarne per segnalare una nuova iniziativa, che semplifica ulteriormente l'accesso al mondo del Lavoro per tutti coloro che - neolaureati alle prime esperienze professionali - ricercano opportunità di stage volendo tenersi ben alla larga dai famigerati "avvoltoi in cerca di carne fresca". L'iniziativa si intitola Kit dello Stagista e, all'apparenza, è soltanto un piccolo banner interattivo embeddabile su qualunque spazio web.
Proprio come un perfetto coltellino svizzero, però, nasconde una serie di funzioni integrate estremamente utili, a cui è possibile accedere con un semplice click: le opportunità di lavoro certificate con il bollino OK Stage (ovvero offerte da aziende che si impegnano a garantire agli stagisti un percorso formativo autentico e virtuoso), le news aggiornate dal mondo stage e una sezione Help per aiuti, FAQ e consulenze di qualsiasi tipo.

Noi, ovviamente, siamo ben felici di promuovere questo indispensabile servizio, invitando anche voi a fare altrettanto: copiate nel vostro sito o sul vostro blog il codice che trovate qui e fate girare il banner. Sicuramente, magari senza saperlo, permetterete a qualche persona volenterosa e piena di speranze (e di capacità) di trovare un'occasione importante e di scoprire che nel mondo del Lavoro non è tutto ottone quello che luccica...

Claudio

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Sei stato candidato! 30 Jan 2010 3:59 AM (15 years ago)

Domanda facile facile (non è previsto aiuto del pubblico né "aiutino" da casa, mi raccomando): cosa vi fa venire in mente l'espressione «Le faremo sapere»?

Ma certo, è ovvio: il famigerato colloquio di lavoro. In cui tutti noi professionisti dell'info@ ci siamo imbattuti a più riprese e che, a parte sporadiche eccezioni, abbiamo vissuto - e magari viviamo ancora - ogni volta come un vero e proprio rituale di iniziazione, con le sue regole standard, i suoi cliché e i suoi risvolti tragicomici.
E tutti noi, inevitabilmente, prima o poi ci siamo ritrovati a condividere gioie e dolori dei colloqui di lavoro con amici e conoscenti, per cercare di trovare chi uno slancio per un'occasione sfruttata, chi un conforto per un'occasione sprecata.

Bene: ora è arrivato il momento di condividere quelle gioie e quei dolori con tutti. Perché attraverso il progetto Sei Stato Candidato!, il team di InfoJobs ha avviato la prima raccolta capillare di racconti e testimonianze dirette sull'argomento, con l'obiettivo di dare vita a una inedita "guida 2.0" di consigli utili in materia.
Per partecipare è sufficiente entrare nel portale dedicato e pubblicare la propria storia, i propri trucchi del mestiere e/o la domanda più strana che ci si è sentiti rivolgere. I contributi più interessanti saranno raccolti all'interno di un libro che verrà pubblicato gratuitamente sul sito a marzo.
Affrettatevi, quindi, perché è rimasto poco più di un mese di tempo... E se non ci tenete affatto a essere nominati, teneteci almeno a essere candidati!

Rossella

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I "lavori verdi" per non restare... al verde! 10 Dec 2009 2:08 AM (15 years ago)

Forse molti di voi non lo sanno ancora, ma tra le "Nuove Professioni" che si stanno facendo largo negli ultimi mesi, soprattutto all'estero, ci sono anche quelle legate all'Ecologia, settore che - alla luce delle fatiscenti condizioni in cui versa il nostro Pianeta (e noi con lui) - è inevitabilmente destinato a diventare un serbatoio di opportunità di lavoro legate alla ricerca, alla salvaguardia e al rinnovamento dei beni ambientali e delle energie naturali.
E se i termini «Ecocompatibilità», «Geopolitica» e «Sostenibilità» non vi spaventano, anzi: fanno parte dei vostri interessi principali e del vostro impegno quotidiano, sappiate che da oggi esiste una intera piattaforma dedicata proprio alla domanda e all'offerta di posizioni professionali che hanno una finalità «socialmente responsabili». Si chiama GREENJOBS ed è un ricco "portale verde" rivolto ad aziende e privati per

rispondere da un lato alle esigenze di personale specializzato da parte di aziende o organizzazioni no-profit, dall’altro al bisogno delle persone di svolgere un lavoro che abbia anche una finalità più profonda. E’ proprio la ricerca di un senso etico nel proprio lavoro, la spinta a far parte di un obiettivo più ampio e non solo economico il fondamento su cui si basa Greenjobs. Per questo punta sulle energie rinnovabili, per consegnare alle future generazioni un pianeta più pulito; punta sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita; punta sul biologico nell’agricoltura per rispettare la terra e offrire alimenti più sani e ricchi; punta sul no profit per il suo impegno in attività sociali di grande rilievo.

Le milestones di GREENJOBS sono 5:

Aggiungete quindi GREENJOBS ai vostri Bookmarks, e contribuite al bene non soltanto vostro, ma di tutti! ;)

Rossella

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Demagogia a tempo indeterminato 21 Oct 2009 2:34 AM (15 years ago)

Due giorni fa, il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha tuonato a sorpresa contro l'attuale configurazione del Mercato del Lavoro in Italia difendendo il valore del «Posto Fisso» rispetto ai rischi e agli spauracchi dell'«Incertezza». Scopertosi (insospettabilmente) sindacalista, Tremonti ha subito raccolto i più ampi consensi sia ai tradizionali tavoli di trattativa - uno su tutti, la CGIL - che agli occhi del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Non la pensano come lui, invece, né Renato Brunetta Confindustria né una certa parte della Sinistra. E noi con loro: non ha nessun senso, nel 2009 e dopo che da oltre 10 anni ci si lava la bocca con l'«importanza della flessibilità», continuare ancora a distinguere «Posto Fisso» da «Incertezza» come se:
a) «Incertezza» e «Flessibilità», sulla carta, fossero la stessa cosa (e non lo sono)
b) L'una condizione escludesse l'altra e non esistessero sfumature intermedie (un esempio su tutti, la «Flexicurity»)
c) Tutti i problemi che colpiscono il Mercato del Lavoro in Italia in questo momento iniziassero e finissero con la scelta tra «Posto Fisso» e «Incertezza».

Alla continuità tra Università e Lavoro, alla spendibilità dei titoli di studio, alla mancanza di meritocrazia e trasparenza nell'assegnazione dei posti disponibili, alla discontinuità temporale e formativa del proprio vissuto professionale, all'assenza di ammortizzatori sociali e all'impossibilità di esercitare la Libera Professione senza sottostare a vincoli medievali di casta e di Ordine chissà come mai, non ci pensa mai nessuno.
E' per questo che, indipendentemente da come uno la veda, si tratta soltanto di querelle del tutto fini a se stesse che servono soltanto ad allargare un consenso (nazional)popolare impugnando un paio di frasette demagogiche da titolo in prima pagina - cosa che, infatti, puntualmente accade - senza la minima volontà di far cambiare le cose, né in un senso né nell'altro.

Sarebbe forse più opportuno istituire un sistema che permetta a chiunque di sviluppare la propria "carriera" nel migliore dei modi, secondo le proprie competenze e le proprie aspirazioni, annullando le barriere economiche e politiche tra lavoratori di Serie A (quelli del «Posto Fisso») e lavoratori di Serie B (quelli dell'«Incertezza»).
E non è che ci voglia molto: basterebbe leggere questo post e ragionarci sopra 10 minuti...

Claudio

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Generazione Prezzi Record 5 Oct 2009 1:29 AM (15 years ago)

Qualche giorno fa ha fatto scalpore la notizia secondo cui l'Italia è il Paese con più cellulari ma anche con le tariffe telefoniche più care d'Europa: un utilizzatore «prudente» (come in fondo siamo - o dovremmo esser - noi Milleuristi) spende in media 32 euro al mese contro i 25 del resto d'Europa, mentre un utilizzatore «intensivo» spende in media 201 euro al mese contro 106.

Non che sia una novità e non che questo triste primato farà minimamente cambiare le cose (se ne parlava anche nel 2007, con i bei risultati di cui sopra), ma è stato soltanto l'aperitivo di ciò che ho trovato strillato in prima pagina questa mattina leggendo, come ogni giorno, la mia copia di City mentre andavo in ufficio:

«Prezzi da record, in Italia crescono più che nel resto d'Europa»

«In tredici anni i prezzi in Italia sono aumentati più che nel resto d'Europa. Lo affermano Adusbef e Federconsumatori. I prezzi al consumo di Eurolandia sono cresciuti del 27,4%. L'Italia è nettamente al di sopra: più 32%. Solo la Spagna ha fatto peggio di noi: più 42,3%».
A essere schizzata letteralmente in orbita è stata la valuta del tabacco, cresciuto del 77% in Italia e del 112% in Francia (pur senza effetti tangibili sulle abitudini dei consumatori, che anziché prendere il rincaro come un ottimo incentivo per smettere preferiscono vedere le loro tasche vuotarsi mantenendo il 'vizietto'...), seguita da quello della benzina, +58%, degli alimentari, +30%, e delle medicine, +8%.
Questo, ovviamente, a fronte di un andamento degli stipendi che non è andato affatto di pari passo a simili crescite, anzi: sappiamo bene come, soprattutto negli ultimi 2/3 anni, ci sia stata addirittura una diminuzione e che i valori medi dei contratti a progetto si siano assestati sugli 800 euro.

Avanti così. Mi viene quasi da pensare che non vorrò nemmeno esserci, tra altri tredici anni, per scoprire come si è evoluta - o meglio: involuta - la situazione. Il problema è che temo di saperlo già.

Alessio

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Alla fine decidiamo noi 7 Sep 2009 10:41 AM (15 years ago)

«Forse non ci abbiamo mai pensato a sufficienza, ma siamo precari in tutte le fasi della vita,
compresa quella finale
».

Così scriveva lo scorso anno il nostro amico Nicola Martinelli nel suo Precari Fino Alla Fine, uno dei tanti articoli e racconti dei lettori scaricabili gratuitamente dalla sezione Download del sito di Generazione Mille Euro. Il tema, come suggerisce il titolo, affronta la precarietà da una prospettiva insolita ma non per questo meno attuale: quella della "frontiera della vita" e del testamento biologico, documento quantomai discusso - soprattutto negli ultimi mesi, alla luce dei casi di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro - impugnabile nel caso in cui una persona si trovi in condizioni di incapacità di intendere e di volere affinché si disponga di lei secondo le sue precise intenzioni.

Oggi quell'articolo è diventato un libro vero e proprio, dal titolo Alla Fine Decido Io. Un libro che «vuole indicare un percorso affinché ciascuno si prenda la vita nelle proprie mani e venga riconosciuto ad ogni cittadino il diritto di vivere e morire alla luce delle sue convinzioni civili, religiose, etiche, delle sue idee sul perché la vita abbia valore e dove risieda quel valore», e che proprio per questo non impone un punto di vista assoluto ma documenta tutti quelli possibili, soprattutto in relazione ai dettami delle principali dottrine religiose e ai riferimenti normativi in essere e in discussione.
Ci fa piacere, insomma, pensare di avere portato - nel nostro piccolo - un po' di fortuna a Nicola, e auguriamo al suo libro di averne ancora di più da questo momento in avanti, affinché venga fatta quanta più informazione e sensibilizzazione possibile su un argomento che, forse, chi non vive direttamente vede lontanissimo da sé ma che, proprio come la precarietà sul posto di lavoro, non risparmia nessuno e potrebbe interessare chiunque da un momento all'altro.

Alessio

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C'è chi sta peggio 1 Sep 2009 12:38 PM (15 years ago)

...E noi a esaltare l'AmmmèriGa della meritocrazia, della flessibilità, delle opportunità fai-da-te e del "grande sogno a stelle e strisce"! Ma per favore...

Non è decisamente tutto oro quello che luccica (e già da qualche anno, peraltro, luccica un po' meno). Un post pubblicato proprio oggi sul blog di Campus denuncia - la fonte è il New York Times - che negli Stati Uniti gli stage non sono gratuiti o malretribuiti come da noi, ma addirittura si pagano. E piuttosto profumatamente: dai 6 ai 9mila dollari per un mese. Dov'è il vantaggio, allora? Che si tratta spesso di aziende quotate il cui peso sul CV può rivelarsi effettivamente determinante per il prosieguo della propria carriera.

Da un certo punto di vista, viene da pensare, si tratta di una sorta di "corsia preferenziale" per agganciare società di rilievo con la certezza di avere comunque una chance da giocarsi.
Dall'altra, inevitabilmente, sancisce che - come spesso accade in Italia - è il portafoglio dei genitori a decretare il merito dei figli, alimentando la forbice della disparità e dell'elitarietà.
Per fortuna, nel nostro Paese, l'idea è ancora inedita (e lontana anni luce, mi auguro). Ci sono, è vero, aziende che schiavizzano gli stagisti impiegandoli gratuitamente con gli stessi carichi di lavoro dei dipendenti, ma ce ne sono anche altre che invece offrono opportunità e stipendi ragguardevoli. Come sempre, il consiglio è di tenere d'occhio La Repubblica Degli Stagisti per avere sempre il polso della situazione.

Rossella

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Generazione Mille Lavori 23 Aug 2009 1:52 PM (15 years ago)

C'era una volta - era il 2005 - la "Generazione Mille Euro". Quella che, come noi e come centinaia di migliaia di giovani (nell'accezione italiana del termine, cioè 25/35enni), pur avendo una formazione accademica qualificante e un bagaglio di esperienza professionale di alto profilo non riuscivano a guadagnare dal loro lavoro che mille striminzitissimi euro con contratti temporanei e per nulla tutelati.


Anno 2009. E' cambiato qualcosa?
Sì. C'è la "Grande Crisi", e molti di noi quel lavoro da mille striminzitissimi euro non ce l'hanno neanche più. Altri, come riporta un articolo di Repubblica.it, invece, per arrivare a guadagnarli sono costretti a collezionare impieghi a ogni ora del giorno e, talvolta, anche della notte. Dalla "Generazione Mille Euro", insomma, siamo passati alla "Generazione Mille Lavori": più che flessibili, più che adattabili, più che infaticabili e meno che retribuiti. In bilico tra un contratto a progetto e un'attività in nero (o inventata di sana pianta) per "arrotondare".

Anno 2013. Riuscite a immaginare, di questo passo, di che "Generazione Mille Qualcosa" parleremo tra altri 4 anni? Io, sinceramente, preferisco non pensarci per il terrore di intuire la risposta...

Claudio

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Sempre la stessa musica 20 Jul 2009 11:42 AM (15 years ago)

Da una parte vuole consolidare la sua immagine di "TV dei gggiòvani per i gggiòvani" arrivando addirittura a raccogliere idee ed esperienze per modificare una legge al grido di «Le cose non vanno, cambiamole ora!»; dall'altra, però, annuncia un taglio di ben 103 giovani - naturalmente con contratti precari (alcuni addirittura da 8 anni...) -, quasi il 50% dell'intero staff, praticamente da un giorno all'altro.


"Bella storia!", a voler essere gggiòvani come piace a loro, quella di MTV.
Questa mattina, un corteo (qui le immagini) ha sfilato da piazza Duomo a corso Europa sbugiardando l'ipocrisia con cui l'emittente e i suoi dirigenti si assicurano le simpatie e la fedeltà del pubblico millantando un'immagine che non corrisponde poi, in alcun modo, all'effettiva etica con cui vengono trattati i propri lavoratori.
Purtroppo, non c'è molto da altro da commentare: è davvero sempre la stessa musica.

Rossella

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Precari... da manuale 11 Jun 2009 7:07 AM (15 years ago)

L'immagine che i Media ci hanno restituito dei giovani precari (cioè di noi stessi) in questi anni è stata spesso contaminata dalla "Sindrome del Confessionale", quella strana forma di virus i cui sintomi più evidenti sono: tendenza all'autocommiserazione, tendenza all'autoreferenzialità e tendenza all'autoprivazione di qualsiasi responsabilità, individuale e collettiva, nella speranza che sia il Televoto - cioè qualcun altro - a cambiare per sempre il proprio destino. Forse perché i giovani precari intraprendenti e dinamici (che ci sono), o quelli ottimisti e autoironici (che ci sono) non sono così facilmente rivendibili sul mercato dell'audience e non sono sufficientemente "mostri da prima pagina".

La Rete, però, fortunatamente non ragiona solo in termini di audience e "mostri in prima pagina", e capita così di trovare spunti e stimoli decisamente diversi da quelli proposti dal mainstream, come nel caso del Manuale del Giovane Precario, una sorta di sit-com prodotta da Bonsai TV e distribuita su Yalp! che punta a rovesciare il luogo comune benpensante del "bamboccione tutto piagnistei e fancazzismo" smitizzandolo con una buona dose di humor e sarcasmo.
Si tratta di una serie di videoclip dedicati agli aspetti più proverbiali dell'essere precario, dall'affitto alle prospettive, dall'assunzione alla fuga dei cervelli, accompagnati da consigli pratici e spunti di divertimento e di riflessione. Per rendervi l'idea, vi propongo di seguito l'episodio dedicato alla flessibilità: se vi piace, trovate tutti gli altri in questa pagina.
Perché, non dimenticatelo, si possono prendere terribilmente sul serio i propri problemi anche senza prendere terribilmente sul serio se stessi...

Rossella

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Angeli E Demoni 19 May 2009 7:49 AM (15 years ago)


Quanti sono i Demoni (= gli spettri, gli spauracchi, i timori... insomma: i "cattivi consiglieri") che popolano oggi il mondo del Lavoro? Decine, centinaia, forse anche migliaia. E il loro numero, purtroppo, anziché diminuire tende ad aumentare giorno per giorno - «E' la Crisi, baby!»: non ce lo ripetono forse 24 ore su 24? -, tra salari che crollano al tappeto e meriti sempre più sottovalutati.

Oggi, però, per ciascuno di questi Demoni potrebbe esserci un Angelo disponibile a soccorrere chiunque abbia bisogno di un aiuto, di un supporto, di un sostegno morale ma anche concreto per orientarsi con più consapevolezza nelle "alte sfere" della propria carriera.
L'iniziativa, non a caso, si chiama Job Angels e a promuoverla è Massimo Rosa, un head hunter esperto di Risorse Umane e Nuovi Media. Una sinergia, quella tra HR e Web 2.0, che ha portato alla creazione di una piattaforma Wiki completamente nuova (e del tutto gratuita!) per chiedere informazioni e consigli utili a professionisti del settore nel modo più semplice, veloce e diretto possibile.

Rivolgersi ai Job Angels è semplicissimo: basta compilare un form inserendo la propria testimonianza e/o la propria domanda e aspettare che qualcuno degli esperti in linea - o anche dei normali lettori con una conoscenza specifica della problematica sottoposta - risponda cliccando sul link Aiuta questo utente a margine di ogni richiesta pervenuta.
Nessuna coda agli sportelli, nessuna tessera da sottoscrivere, nessun numero di telefono al quale sperare di trovare un operatore "umano" (in tutti i sensi) anziché una voce preregistrata.
Qui potete trovare tutti i dettagli di questo Social Network For Job, che ovviamente non possiamo non salutare e sostenere con enorme piacere.
E che abbiate bisogno di un aiuto o che possiate essere voi in grado di darlo, la prima regola del mondo del Lavoro è che l'unione fa davvero la forza. Cerchiamo di non dimenticarcelo.

Alessio

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Un po' noi... un po' no 23 Apr 2009 10:05 PM (15 years ago)


Eravamo quattro amici al bar...
E lo siamo ancora, per fortuna (o purtroppo? Ormai sono 4 anni: non riuscirei a immaginare neanche il mio matrimonio durare così tanto!): ci chiamiamo Rossella, Claudio, Alessio e Matteo.
Al Cinema, da oggi, siamo diventati 3, e ci chiamiamo Beatrice, Matteo - che però sarebbe Claudio - e Francesco, e viviamo storie un po' diverse dalle nostre, ma sempre storie della Generazione Mille Euro. Storie di lavoro e di opportunità, di amori e malumori, di risate e incazzature.
Fa comunque un effetto strano vedersi scorrere davanti un altro "te stesso" sul grande schermo, anche se è un effetto a cui - almeno noi Milleuristi - siamo ormai fin troppo abituati nella vita di tutti i giorni. Ma finalmente si parla di noi "gggiòvani trentenni" non soltanto come di quelli che vivono per le canne e il motorino e passano le giornate tra il divano e lo psicologo, ma che hanno soprattutto la voglia di trovare uno spazio, anche piccolo purché accogliente, per crearsi un presente e un futuro.

Ci vediamo (in tutti i sensi) al Cinema... ;)

Rossella


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Decreto Salva-Precari: chi l'ha visto? 18 Apr 2009 5:26 AM (16 years ago)

Era il 13 marzo quando tutti gli organi d'informazione lo avevano annunciato con la stessa enfasi riservata abitualmente alle vittorie della Nazionale ai Mondiali di Calcio: prime pagine sui quotidiani, prime notizie nei telegiornali, un profluvio di spot (auto)celebrativi e una collezione di sorrisi (auto)compiaciuti - da parte del Ministro del Welfare Maurizio Sacconi e dei suoi sedicenti colleghi di Governo - che nemmeno nei gloriosi album dei calciatori Panini.
Il lungimirante Decreto Salva-Precari, insomma, era stato talmente ben equipaggiato di effetti speciali di serie che in molti, tra cui il sottoscritto, si erano quasi lasciati illudere che in tale manovra (politica e mediatica) potesse esserci un qualche spiraglio di flexicurity...

Peccato solo che il decreto, da perfetto kolossal hollywoodiano qual era stato presentato, abbia poi conosciuto una gestazione ben più sommersa e travagliata di quanto non lasciasse intendere la sbandierata propaganda di Regime.
Era aggiornamento del 17 marzo - me lo segnala Barbara - che il Parlamento avesse infatti giudicato "inammissibili" i provvedimenti proposti e ne avesse immediatamente forzato la soppressione. Curiosamente, però, nessuno di coloro che ne avevano con tanto zelo esaltato la magnificenza ne aveva poi con altrettanto zelo celebrato il fallimento dopo appena 4 giorni: cercando informazioni su Google e Google News, se ne trova traccia soltanto sull'Unità.it, su La Stampa.it, su Rassegna.it e sul sito della C.I.F.A., che in comunicato del 23 marzo annunciava che l'emendamento sugli ammortizzatori sociali sembrerebbe in realtà essere stato ripescato dietro le pressioni dei Sindacati, già disposti «sul piede di guerra».

A un problema intrinseco di fondo (il Decreto Salva Precari, a oggi, esiste o non esiste? No, perché qualcosa a qualcuno cambia), insomma, si aggiunge quello - peraltro ormai ampiamente risaputo e, purtroppo, quasi definitivamente metabolizzato come "normalità" - della discontinuità e della mancanza di trasparenza del flusso di notizie.
Sarà anche "l'Era di Internet" e dell'"Informazione Globale", ma chissà perché, quando si vanno a toccare certi tasti, l'accesso a fonti immediate, sicure e affidabili rimane ancora una remota chimera...

Claudio

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In Rete sventola bandiera bianca 6 Apr 2009 12:50 PM (16 years ago)

Poco fa, in una vecchia cartella di backup che mi ero salvata chissà quando prima di cambiare computer e passare al netbook (naturalmente comprato sottocosto su eBay dopo avere venduto quello vecchio, con tanto di scanner e stampante), ho trovato un file con dei miei vecchi siti preferiti, tra cui tutti quelli classificati alla voce Lavoro. Così mi è venuta istintivamente la curiosità di riaprirli tutti - alcuni ho continuato a seguirli regolarmente, ma di altri confesso che avevo perso ogni traccia - e lo spettacolo che mi si è parato di fronte non è stato certo dei più consolanti.

La stragrande maggioranza di quelli dedicati in modo specifico al Precariato, infatti, o non esiste più o non è più aggiornata dalla Notte dei Tempi: mi riferisco, solo per fare qualche esempio, a SOS Precari, a Le Faremo Sapere, a Precariare Stanca o a Cinicamente Trentenni... Un'ecatombe di piattaforme originariamente nate sotto i migliori auspici di raccogliere testimonianze, fornire aiuto e consulenza, scambiare idee e opinioni, e arenatesi purtroppo dopo appena pochi mesi come se le problematiche di cui volevano farsi portavoce fossero di colpo state risolte.

In realtà, lo sappiamo bene, quelle problematiche non solo non sono state risolte, ma sono addirittura peggiorate. E allora perché tirarsi indietro? Perché alzare bandiera bianca? Perché rinunciare a impegnarsi ancora per una causa comune? Per mancanza di tempo, di voglia o di motivazioni? Perché si voleva semplicemente cavalcare una moda, e al cambio di stagione si è corsi dietro alla moda successiva? Perché "Non ne vale la pena, tanto non cambierà mai niente"?
Mi piacerebbe saperlo. Solo, non vorrei che avessimo migliaia di Precari (o di disoccupati) in più, come testimoniano le recenti statistiche, e centinaia di voci di Precari in meno. Preferisco pensare che chi aveva promosso quelle iniziative abbia semplicemente deciso di portarle avanti sotto qualche altra forma da qualche altra parte...

Rossella

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Il 20% del primo passo 13 Mar 2009 1:44 PM (16 years ago)

Io non ho votato questo Governo, ma mi sono sempre ripromesso che se avesse fatto qualcosa di buono in favore dei lavoratori precari e atipici sarei stato il primo a riconoscerlo.

Ed è notizia di oggi che il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo pacchetto di ammortizzatori sociali per coloro che, avendo un unico committente, passano da una collaborazione in co.co.pro. a uno stato di disoccupazione. Per loro è prevista un'indennità una tantum pari al 20% dell'ultima retribuzione annuale (prima era il 10%), in un intervallo che va dai 1.000 ai 2.600 euro.
Lasciando da parte ogni pregiudizio e ogni preconcetto, un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore è pur sempre un ammortizzatore sociale che raddoppia il suo valore.

Certo: non è un rimedio e non è una soluzione. E' un palliativo temporaneo, il 20% di un primo passo che andava comunque compiuto.
Per questo, mi sembra disarmante che - soprattutto in un momento come questo - la Nidil, che negli ultimi 3 anni non ha fatto altro che pontificare sterili dottrine demagogiche e difendere i suoi precari come se fossero gli unici di "Serie A", non abbia di meglio da commentare che «Si tratta solo di un'elemosina insufficiente».
E' ovvio che per i precari serve molto di più un sistema del lavoro meritocratico, trasparente, dove la formazione scolastica e (soprattutto) universitaria costituisce un titolo spendibile nella ricerca di un impiego e dove esiste la possibilità di passare dalla "gavetta" alla "carriera" come è successo per tutte le generazioni precedenti alla nostra. E' ovvio che erogare una indennità una tantum del 20% dell'ultima retribuzione annuale all'interno di un range compreso tra i 1.000 e i 2.600 euro significa che solo pochi fortunati otterranno 2.600 euro, mentre tutti gli altri ne otterranno 1.000 e molti altri ancora non avranno diritto a ottenere neanche quelli. E' ovvio che se si combattesse una volta per tutte l'evasione fiscale forse ci sarebbero soldi a sufficienza per varare ammortizzatori sociali per i prossimi 30 anni...
E allora? Ciò significa che finché non può realizzarsi tutto non deve realizzarsi niente?

Claudio

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Censimento Pentimento 10 Mar 2009 3:50 PM (16 years ago)

Ho appena finito di leggere questo post sul blog della Rete Nazionale Ricercatori Precari, e confrontandolo con questo articolo sul sito di RaiNews24 mi rendo conto innanzitutto che io su Brunetta continuo a non sapere che cosa pensare: è davvero "il difensore degli onesti" o è davvero "un ipocrita par@ç#£o"?

Provo a ripercorrere le fasi salienti della sua odierna partecipazione a Matrix - peraltro, complimenti a chi gli gestisce il blog, se non altro dimostra di conoscere minimamente il linguaggio del web 2.0 - e non c'è verso di chiarirmi le idee: tanta (troppa) demagogia, tante (troppe) promesse di chissà quale rivoluzione, e poi guardiamoci intorno... Sono esattamente 10 mesi che è in carica e continua a lanciare anatemi contro fannulloni e burocrati, ma non mi sembra che sia poi cambiato granché.

Ciò su cui credo di avere le idee un po' più lucide, invece, è il progetto di Censimento dei Precari. Che sostengo a pieno titolo, ma dove trovo che talvolta ci sia ipocrisia non soltanto da parte delle Istituzioni, ma anche da parte di noi stessi Precari, che prima rivendichiamo il diritto a essere "contati" per essere (forse) "tutelati", ma che nel momento in cui poi ci viene data l'opportunità di metterci la faccia - chissà perché - ci tiriamo spesso indietro e anzi: ci lamentiamo se gli altri non si fanno "contare" anche al posto nostro. Come succedeva a scuola quando si bigiava.
In fondo, non serve che ad attivare il Censimento sia necessariamente un Ministro: per esempio, il sito Anagrafe Precari lo ha lanciato già da anni, eppure gli iscritti sono la miseria di 1.645, a fronte di una stima di oltre 3 milioni e mezzo. Com'è possibile?
Ecco, io penso che il Censimento dei Precari sia un po' come gli scioperi: basta che si tiri indietro anche soltanto una sola persona per annullarne completamente l'utilità. E c'è poco da nascondersi (in tutti i sensi): di Precari che non hanno nessuna intenzione di essere registrati e monitorati ce ne sono a decine, a centinaia, forse a migliaia.

Quindi, purtroppo, abbiamo voglia a pretendere che il Ministro Brunetta non faccia di tutta l'erba un fascio: forse, invece, per assurdo sarebbe meglio cominciare a provare a diventare davvero "di tutta l'erba un fascio"...

Rossella

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I 100 volti del mondo del lavoro 25 Feb 2009 11:54 AM (16 years ago)

Nelle ultime settimane mi è capitato spesso di sentire (e di fare a mia volta) ragionamenti ben poco ottimistici a proposito dello scenario attuale e futuro, in particolar modo dal punto di vista professionale. Centinaia di migliaia di precari hanno già perso - o sanno/temono di perdere - il loro posto, molti impiegati col posto fisso (l'"invidiatissimo posto fisso") si sono visti ridurre lo stipendio anche del 20/25%, le dinamiche aziendali sono improvvisamente impazzite e quando si esce dall'ufficio alle 18:00 non si sa che condizione si troverà l'indomani mattina alle 09:00... E le previsioni di economisti, sociologi ed esperti invitano a non nutrire speranze di miglioramento almeno fino a tutto il 2009 (e siamo appena a fine febbraio).

Quindi? Cosa facciamo? Ci sediamo su un divano con un fazzoletto in mano rassegnandoci all'ineluttabile? Ci fiondiamo ai prossimi casting di Amici o X-Factor o Grande Fratello perché al momento sembrano gli unici trampolini di lancio verso il successo (o verso 300mila euro senza quasi muovere un dito)? Ci votiamo a Padre Pio sperando che ci faccia la grazia di conservare lavoro e dignità?
Più pragmaticamente, facciamo quelli che conoscono lo stato delle cose e, anche in una situazione di crisi, sanno dove rivolgere lo sguardo per continuare a cercare un'opportunità di carriera. Perché se alcune professioni segnano il passo e vengono travolte o superate, ce ne sono altre che - spesso frutto dell'intraprendenza, della creatività - stanno emergendo ma nessuno le conosce perché non se ne parla. Sono 100, le più nuove e le più richieste in tutti i settori, e sono contenute in Jobbing, la guida per costruire, inventare o reinventare il proprio percorso di lavoro. Non una panacea a "tutti i mali del mondo", ma uno stimolo a prendere in mano la situazione e guardarsi intorno con più razionalità e consapevolezza per trovare nuovi sbocchi, magari imprevisti o impensati.


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Il grande alibi 26 Jan 2009 2:30 PM (16 years ago)

Che la Crisi Finanziaria esista è un dato inconfutabile: «è tutta intorno a noi», come recitava uno spot qualche anno fa. Ma ho il sospetto che qualcuno (i "soliti ignoti", capisciammè) ci stia paradossalmente speculando sopra impugnandola come alibi per continuare a fare i propri comodi con le spalle coperte.

Guardatevi in giro: notate che imprenditori e politici stiano tagliando anche i loro privilegi e le loro spese strettamente personali, parallelamente al taglio dei posti di lavoro e degli investimenti per ricerca, sperimentazione e produzione? Io no. Io continuo a vedere sprechi individuali che mal si conciliano con le necessità e gli imperativi collettivi di tirare la cinghia (prima di tirare le cuoia), continuando a togliere dalle tasche da chi ha meno per mettere nelle tasche di chi ha più.

E' per questo che ho un po' paura che non basteranno soltanto Obama e un miracolo, per uscire dal guado, perché tanto è la mentalità a non cambiare mai. E finché non cambia quella, la cosa migliore che può succedere è che non cambi nient'altro...

Alessio

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