Il regista, sceneggiatore e produttore spagnolo Rodrigo Sorogoyen sarà il presidente della giuria della 64esima edizione della Semaine de la Critique di Cannes (14 – 22 maggio 2025). Selezionato per lo stesso incarico nel 2024, il regista aveva poi rinunciato “a causa di circostanze personali”. Ad affiancarlo, la giornalista marocchina Jihane Bougrine, la direttrice della fotografia franco-canadese Josée Deshaies, la produttrice indonesiana Yulia Evina Bhara e l’attore britannico premio Oscar Daniel Kaluuya.
Nato nel 1981, Sorogoyen fa parte di una generazione di registi che hanno ottenuto successo sia al cinema che in televisione. Tra i suoi film “Que Dios nos perdone” o “El Reino”, con cui ha vinto il Premio Goya (equivalente degli Oscar iberici) come miglior regista nel 2019, “As Bestas” (2022) e soprattutto dell’acclamata serie “Dieci Capodanni”, tra le produzioni più viste e apprezzate dell’anno. La serie è disponibile in Italia su RaiPlay.
Rodrigo Sorogoyen e la sua giuria assegneranno il Gran Premio della Settimana della Critica AMI Paris per il miglior lungometraggio, il Premio della Giuria French Touch, il Premio Rivelazione della Fondazione Louis Roederer per il miglior attore e il Premio Leitz Ciné Discovery per il miglior cortometraggio.
La selezione della Semaine de la Critique sarà annunciata il prossimo 14 aprile.
Sito Ufficiale: www.semainedelacritique.com
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Iris Knobloch (presidente) e Thierry Frémaux (delegato generale) hanno annunciato la selezione ufficiale della 78esima edizione del Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio 2025. Per l’Italia in Concorso ci sarà “Fuori” di Mario Martone. Nella sezione Un Certain Regard “Testa o Croce?” di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis e “Le città di pianura” di Francesco Sossai.
“Fuori” di Mario Martone è l’unico film italiano in gara per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2025. Il film è interpretato da Valeria Golino nel ruolo di Goliarda Sapienza, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi, Francesco Gheghi.
Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.
Il film è tratto da un soggetto di Ippolita di Majo, la sceneggiatura è firmata da Mario Martone e Ippolita di Majo.
La fotografia è a cura di Paolo Carnera, il montaggio di Jacopo Quadri, le musiche originali di Valerio Vigliar, la scenografia di Carmine Guarino, i costumi di Loredana Buscemi, il suono in presa diretta di Maricetta Lombardo, il casting di Paola Rota e Raffaele Di Florio.
“Fuori” è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema e The Apartment, società del gruppo Fremantle, per l’Italia; Srab Films, Espace Production per la Francia, in collaborazione con Fremantle. Il film si avvale del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo del Ministero della Cultura e del sostegno della Regione Lazio-Programma Coesione Italia 21-27 cofinanziato dall’Unione Europea.
“Fuori” sarà distribuito in Italia da 01 Distribution mentre le vendite internazionali sono a cura di Goodfellas.
“Testa o Croce?”, secondo lungometraggio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, con Nadia Tereszkiewicz, Alessandro Borghi, John C. Reilly, Peter Lanzani, Mirko Artuso, Gabriele Silli e Gianni Garko (casting di Francesco Vedovati), sarà presentato al Festival di Cannes 2025 nella sezione Un Certain Regard.
Agli inizi del ‘900, il Wild West Show di Buffalo Bill arriva a Roma per vendere agli italiani il mito della frontiera, a colpi di fucili a salve e spettacoli di cowboy. Qui, nella cornice di una gara di doma divenuta leggenda tra cowboys e butteri italiani, Rosa, giovane moglie del signorotto locale, si innamora di Santino, il buttero che vince la sfida. In seguito all’omicidio del marito, Rosa e Santino fuggono insieme, ma la giustizia, come sempre, è venduta al miglior offerente e sulla testa di Santino viene messa una grossa taglia. Con Buffalo Bill sulle loro tracce, Rosa sogna l’America, quella vera, non quella dei manifesti pubblicitari con i bisonti, ma il suo sogno dovrà fare i conti con la realtà. Perché, come in ogni ballata western che si rispetti, il destino lancia la moneta. E spesso, la verità resta sepolta sottoterra.
Una produzione Ring Film e Cinema Inutile con Rai Cinema, in associazione con Andromeda Film e Cinemaundici, in collaborazione con Volos Films Italia. Il film uscirà prossimamente nelle sale italiane con 01 Distribution.
Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (nati nel 1986) sono due registi italo-americani. La loro collaborazione è iniziata con il corto documentario “Belva Nera” e il premiato documentario “Il Solengo”. Il loro primo lungometraggio di finzione, “Re Granchio”, è stato presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2021. Il loro lavoro si concentra su racconti e leggende della tradizione contadina e sul meccanismo incompleto e imperfetto della tradizione orale che finisce per dare origine a nuove storie. I loro film sono stati presentati e premiati in festival come Cannes, New York Film Festival, IFFR, Karlovy Vary, Göteborg, Viennale, BAFICI, São Paulo, Cinéma du Réel, Doclisboa, RIDM e Torino Film Festival.
“Le città di pianura” di Francesco Sossai, con Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran e Andrea Pennacchi, sarà presentato al Festival di Cannes 2025 nella sezione Un Certain Regard.
Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.
“Sono felice ed emozionato che il viaggio di ‘Le città di pianura’ ci porti, con i nostri strambi protagonisti, dal Veneto alla Croisette: tornare a Cannes, per la prima volta in selezione ufficiale, è un onore che condivido con tutte le persone che hanno reso possibile questo film”. (Francesco Sossai)
“Le città di pianura” è un film di Francesco Sossai, soggetto e sceneggiatura di Francesco Sossai e Adriano Candiago, montaggio Paolo Cottignola, fotografia Massimiliano Kuveiller, musiche originali Krano, aiuto regia Ciro Scognamiglio, suono in presa diretta Marco Zambrano, segretaria di edizione Gabriella Gobber, sound design Sebastian Pablo Poloni, mixage Francesco Tumminello, scenografia Paula Meuthen, costumi Ilaria Marmugi e Guillem Soler Pou, trucco e acconciature Fenix Guzman, organizzatore generale Gian Luca Chiaretti, produttori delegati Giacomo Mangini e Serena Alfieri, produttori associati Alessio Lazzareschi e Alessandro Roia. Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, coprodotto da Philipp Kreuzer e Cecilia Trautvetter. Una produzione Vivo film con Rai Cinema in coproduzione con Maze pictures, con il sostegno di Eurimages, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il contributo di Regione del Veneto (PR FESR del Veneto 2021-2027), con il sostegno di Fondazione Veneto Film Commission, con il contributo di Filmförderungsanstalt e Die Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien.
Francesco Sossai è nato nelle Dolomiti Bellunesi. Dopo una laurea in Letteratura inglese e tedesca all’università La Sapienza, si diploma in regia alla Deutsche film-und fernsehakademie di Berlino, dove nel 2021 realizza “Altri cannibali” (presentato tra gli altri al Tallinn Black Nights Film Festival e al Vancouver International Film Festival). Il suo cortometraggio “Il compleanno di Enrico” (2023), presentato in prima mondiale alla Quinzaine des Cinéastes al Festival di Cannes, è stato nominato ai Deutscher Filmpreis, ed è entrato nella shortlist degli European Film Awards e dei César.
La selezione ufficiale di Cannes 2025
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Saranno il regista Silvio Soldini, la produttrice Cristiana Mainardi e la scrittrice Rosella Postorino i protagonisti dell’evento speciale dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025. Insieme racconteranno l’avventura artistica e produttiva di portare al cinema il romanzo di Rosella Postorino “Le assaggiatrici” (Feltrinelli): un percorso iniziato proprio da una lettura appassionata su un treno, ancora prima che il libro vincesse il Premio Campiello nel 2018. Un impegno produttivo lungo sei anni che è diventato il primo film in costume di Silvio Soldini, da sempre narratore appassionato della contemporaneità al cinema.
Con questo evento speciale il David di Donatello festeggia anche due anniversari importanti: la 70esima edizione del premio, che si terrà a Cinecittà il 7 maggio 2025, e i 25 anni dalla vittoria di “Pane e tulipani” di Soldini, uno dei film più premiati nella storia del David con ben 9 statuette. L’incontro, condotto da Elisa Grando, si terrà al Salone domenica 18 maggio alle ore 16.15 in Sala Blu, al Lingotto di Torino.
L’incontro con Silvio Soldini, Cristiana Mainardi e Rosella Postorino prosegue la collaborazione tra l’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, presieduta da Piera Detassis, e il Salone Internazionale del Libro di Torino, diretto da Annalena Benini, per raccontare le connessioni tra cinema e letteratura, tra immagini e scrittura nell’arte della narrazione. Il primo appuntamento, nel 2020, è stato con la lezione speciale di Saverio Costanzo, vincitore nel 2005 del David di Donatello come miglior regista esordiente per “Private”; il secondo nel 2021 con Giorgio Diritti, vincitore del David di Donatello 2021 per la miglior regia e miglior film con “Volevo nascondermi”; il terzo nel 2022 con i Manetti bros., vincitori del David di Donatello 2018 al miglior film per “Ammore e Malavita”; il quarto nel 2023 con Alessandro Borghi, premiato con il David di Donatello per il miglior attore protagonista nel 2019 nei panni di Stefano Cucchi in “Sulla mia pelle”. Lo scorso anno la protagonista dell’evento David al Salone è stata Emanuela Fanelli, vincitrice per due anni consecutivi come miglior attrice non protagonista per “Siccità” nel 2023 e “C’è ancora domani” nel 2024.
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Il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Cineteca di Bologna, in collaborazione con SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e Rai Cinema, uniscono le forze nel segno di Matteo Garrone realizzando il “film recording” (ovvero la stampa in copia pellicola di un negativo e copie positive) degli ultimi quattro film, girati in digitale, realizzati da Matteo Garrone: “Il racconto dei racconti”, “Dogman”, “Pinocchio”, “Io Capitano”. La stampa è stata effettuata dal laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA DI TORINO
A corredo di questa importante operazione di conservazione dei materiali, che da sempre è una mission del museo, il Museo Nazionale del Cinema propone una retrospettiva integrale (tutta in pellicola 35mm) al Cinema Massimo dal 2 al 30 maggio 2025, dopo esser stata presentata a Bologna al Cinema Modernissimo insieme a una mostra di quadri realizzati da Matteo Garrone.
La retrospettiva sarà anticipata da 14 istantanee scattate sul set. “Io Capitano: foto dal set” è la mostra realizzata dal Museo Nazionale del Cinema e ospitata sulla cancellata storica della Mole Antonelliana dal 16 aprile al 29 giugno 2025. Dalla polvere delle strade africane alla sabbia del deserto, dal cemento delle prigioni in Libia alla vastità del mar Mediterraneo: negli scatti di Greta De Lazzaris rivive l’odissea di Seydou e Moussa, protagonisti del film di Matteo Garrone che ha emozionato milioni di spettatori in Italia e nel mondo.
“Sono molto contento che questa retrospettiva venga portata anche all’interno del Museo Nazionale del Cinema di Torino – commenta Matteo Garrone – così che il pubblico possa vedere le nuove versioni in pellicola dei miei film”.
“A 30 anni dalla presentazione di ‘Terra di mezzo’ al Festival Cinema Giovani, siamo lieti di accogliere di nuovo Matteo Garrone a Torino – sottolinea Carlo Chatrian, direttore del Museo Nazionale del Cinema – e ripercorrere la sua carriera che da quell’esordio ha conservato la stessa attenzione e rispetto per chi è ai margini della nostra società e, al contempo, ha saputo allargare lo sguardo verso progetti più ambiziosi, sempre mescolando realtà e sua rilettura. Questa retrospettiva arriva forse un po’ in ritardo rispetto ai nostri desideri, ma ci fa piacere che ciò accada in concomitanza con un progetto di conservazione che, ponendo l’accento sulla deperibilità dei materiali digitali, si interroga sul valore della memoria oggi”.
Matteo Garrone sarà al Museo Nazionale del Cinema di Torino l’8 maggio per incontrare gli studenti, inaugurare ufficialmente la mostra sulla cancellata storica della Mole Antonelliana e per incontrare il pubblico alle ore 17.00 al Cinema Massimo, prima della proiezione di “Io Capitano”.
Nel corso della giornata torinese, Garrone incontrerà gli studenti e visiterà a Settimo Torinese “Una Carovana per Io Capitano”, la mostra ideata e prodotta da Cinemovel Foundation ed è realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, Film Commission Torino Piemonte, Fondazione ECM, Fondazione Comunità Solidale, con il supporto di Ecomuseo del Freidano, Città di Settimo Torinese, SAI, Croce Rossa Italiana, Associazione Casa dei Popoli e CISV.
CINETECA DI BOLOGNA
I film stampati su pellicola e l’intera filmografia di Matteo Garrone si potranno vedere in una retrospettiva integrale (tutta in pellicola 35mm) a Bologna, al Cinema Modernissimo dal 9 aprile, inaugurata dallo stesso Garrone, mentre nel mese di maggio la stessa rassegna sarà al Cinema Massimo di Torino.
A Bologna, alla Galleria Modernissimo, dal 10 aprile verrà allestita la mostra “Prima del cinema la pittura”, che raccoglie i quadri dipinti da Matteo Garrone, che così racconta questa sua esperienza: “Quello che mi ha spinto a rispolverare, dopo più di trent’anni, le mie opere pittoriche è il pensiero che le persone che hanno amato i miei film potessero essere incuriosite nel vedere da dove sono partito. Sono passati decenni da quando ho smesso di dipingere ma non ne ho mai sentito la mancanza perché credo che la pittura sia presente in tutto il mio cinema. L’idea di esporre le mie opere accanto a una delle sale cinematografiche più belle d’Italia mi riempie di gioia e al tempo stesso mi fa sentire più protetto perché so che ci sarà un dialogo tra i miei film, riproposti in rassegna, e i miei quadri. Il percorso della mostra parte da alcuni disegni che ho fatto da bambino, all’età di cinque o sei anni, per proseguire con dei dipinti a olio dove, ormai ventenne, inizio a riflettere sul problema della rappresentazione e quindi della messa in scena, della luce, del colore… tutte fasi fondamentali che un artista attraversa alla ricerca del proprio sguardo e che si sono poi rivelate determinanti nel mio percorso da regista”.
“Impossibile incasellare Matteo Garrone – racconta il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli – ma possiamo dire che è il più sorprendente cineasta italiano. Ogni suo film è un mondo in cui convivono curiosità verso la realtà e capacità di ricrearla con uno sguardo originale e potente. Un’opera che si confronta anche con i grandi nodi irrisolti del nostro paese, capace di raccontare gli ultimi, gli isolati, senza giudizi morali, con una cura dell’immagine che non è mai solo forma, ma sostanza espressiva. Gli dedichiamo una retrospettiva integrale, tra aprile e maggio, che avremo il privilegio di vedere proiettata tutta in pellicola: perché Garrone è il primo cineasta italiano che ha voluto creare, anche per i suoi film digitali, negativi e copie 35mm. E poi allestiamo nella Galleria Modernissimo una mostra dei suoi quadri, che ha realizzato prima di diventare cineasta e che lo hanno portato a far emergere quella che sarebbe diventata la sua lingua, il cinema”.
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Più commedie e molta sperimentazione, soprattutto nell’animazione, per la prima volta anche attraverso l’utilizzo (dichiarato) dell’intelligenza artificiale, nella selezione, dei Corti d’Argento 2025, una ventina di titoli – scelti tra 260 opere di fiction e 25 di animazione – distribuiti dopo un debutto nelle rassegne specializzate e nei grandi festival tra i quali saranno premiati i cortometraggi vincitori lunedì prossimo, 14 maggio, al Cinema Caravaggio di Roma. Si tratta di cortometraggi realizzati da autori anche giovanissimi tra i quali spiccano l’impegno di nuove registe e molte interessanti performance di una nuova generazione di interpreti.
I DIECI FINALISTI
In “cinquina” per il miglior corto di finzione “Marcello” di Maurizio Lombardi, “La confessione” di Nicola Sorcinelli, già vincitore nel 2017 di un Nastro d’Argento per “Moby Dick”, e “Majonezë” di Giulia Grandinetti (finalisti anche al David di Donatello) e ancora “Mignolo” di Gianluca Granocchia e “Pinocchio Reborn” di Matteo Cirillo. Per l’animazione a confronto cinque autori che siglano esperienze molto diverse tra loro: “Playing God” di Matteo Burani, dove prendono vita inquietanti sculture di argilla, “Dagon” di Paolo Gaudio, ispirato ad un racconto di Lovecraft, “Dark Globe” di Donato Sansone, videomaker e artista in questi giorni protagonista a Torino di un’originale performance con i suoi Metaversi, e, infine, due delicate sperimentazioni al femminile, con “Né una né due” di Lucia Catalini e “Supersilly” di Veronica Martiradonna.
ANCHE I NASTRI d’ARGENTO IN SALA CON “CORTO, CHE PASSIONE!”
Una selezione dei Corti d’Argento sarà in sala a maggio grazie all’iniziativa della FICE, Federazione Italiana Cinema d’Essai, dell’ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema, di Rai Cinema e di Alice nella Città, che (in collaborazione con l’Italian Short Film Association, con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC e di Deluxe Digital) hanno finalmente acceso ben 100 schermi dei cinema italiani per promuovere il cinema breve. Un’iniziativa preziosa alla quale i Nastri d’Argento hanno aderito con entusiasmo unendosi, come il David di Donatello, a quest’esperimento che ogni secondo martedì del mese, proporrà in tutt’Italia una selezione sempre nuova di cortometraggi, portando sul grande schermo il meglio di un mondo sempre più aperto al talento, alla creatività e alla sperimentazione.
Un’occasione unica per valorizzare il “formato breve” e farlo conoscere al grande pubblico grazie al supporto dei principali player del settore cinematografico che godrà anche della collaborazione dell’AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema, che si unisce al progetto come U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e il Collettivo under 35 (100autori, WGI, ANAC), che parteciperanno anche con la loro presenza in molte sale per incoraggiare e lanciare gli autori di domani.
FONDAZIONE NOBIS E MEDIA FENIX: DUE PARTNER PREZIOSI
Ancora una volta con i Corti d’Argento due partner che assicurano attenzione e supporto agli autori dei cortometraggi selezionati. La Fondazione Nobis sceglierà infatti un vincitore da segnalare tra gli autori più giovani cogliendo l’occasione per presentare anche il corto vincitore dell’edizione 2025 del Premio Nobis per il miglior soggetto che lunedì prossimo sarà presentato in occasione della premiazione romana. E ancora una volta, grazie alla società Media Fenix partner dei Corti d’Argento, sceglierà un autore al quale assicurare un premio in servizi utile per la postproduzione di un suo prossimo corto.
Premi e menzioni speciali saranno consegnati, oltre i Nastri d’Argento, dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici SNGCI che ha coordinato la selezione dei Corti d’Argento ed è composto da Laura Delli Colli (presidente), Fulvia Caprara (vice presidente) Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi.
A seguire la lista completa della selezione ufficiale che sarà consultabile anche sul sito dei Nastri d’Argento www.nastridargento.it e su www.cinemagazineweb.it.
LE CINQUINE FINALISTE
FICTION
MARCELLO di Maurizio Lombardi
LA CONFESSIONE di Nicola Sorcinelli
MAJONEZË di Giulia Grandinetti
MIGNOLO di Gianluca Granocchia
PINOCCHIO REBORN di Matteo Cirillo
ANIMAZIONE
PLAYING GOD di Matteo Burani
DAGON di Paolo Gaudio
DARK GLOBE di Donato Sansone
NÉ UNA NÉ DUE di Lucia Catalini
SUPERSILLY di Veronica Martiradonna
LA SELEZIONE UFFICIALE
FICTION
BILLI IL COWBOY di Fede Gianni
LA BUONA CONDOTTA di Francesco Gheghi
LA CONFESSIONE di Nicola Sorcinelli
MAJONEZË di Giulia Grandinetti
MARCELLO di Maurizio Lombardi
MERCATO LIBERO di Giuseppe Cacace
MIGNOLO di Gianluca Granocchia
PHANTOM di Gabriele Manzoni
PINOCCHIO REBORN di Matteo Cirillo
RENÉ VA ALLA GUERRA di Luca Ferri, Morgan Menegazzo, Mariachiara Pernisa
SHARING IS CARING di Vincenzo Mauro
SORVEGLIANZE di Guido Pontecorvo
SPOTLIGHT di Lorenzo Lamberti
STUDIES FOR A CLOSE UP di Nicolò Bressan Degli Antoni
UN LAVORETTO FACILE FACILE di Giovanni Boscolo
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Tom Cruise torna al Festival di Cannes. Mercoledì 14 maggio 2025 presenterà fuori concorso al Grand Théâtre Lumière l’ultimo capitolo di “Mission: Impossible – The Final Reckoning”. È la terza volta della star hollywoodiana sulla Croisette: la prima nel 1992 per la première di “Far and Away” di Ron Howard e poi nel 2022 per la première di “Top Gun: Maverick”.
In “Mission: Impossible – The Final Reckoning”, Ethan Hunt (Tom Cruise, che ha interpretato fin dall’inizio del franchise nel 1996) e il suo team IMF ti chiedono di fidarti di loro un’ultima volta. Tom Cruise e Christopher McQuarrie continuano la loro collaborazione, lavorando di nuovo insieme, con McQuarrie ed Erik Jendresen che hanno co-scritto la sceneggiatura, per la Paramount Pictures e Skydance.
Nel cast: Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Vanessa Kirby, Esai Morales, Pom Klementieff, Mariela Garriga, Henry Czerny, Holt McCallany, Janet McTeer, Nick Offerman, Hannah Waddingham, Angela Bassett, Shea Whigham, Greg Tarzan Davis, Charles Parnell, Frederick Schmidt.
La 78esima edizione del Festival di Cannes si svolgerà dal 13 al 24 maggio 2025.
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Secondo appuntamento del “Trittico di Primavera”, organizzato in collaborazione con la Mediateca Regionale Pugliese e “Registi fuori dagli scheRmi”.
A proseguire questa indagine cinematografica, martedì 15 aprile alle 20.30 all’Anchecinema di Bari, ci sarà la regista palestinese Maha Haj. In programma la proiezione del suo nuovo lavoro, il mediometraggio “Upshot”, e del film vincitore a Cannes del premio per la sceneggiatura “Mediterranean Fever”. Insieme alla regista interviene Luigi Abiusi de il Manifesto. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Due film che affrontano la questione israelo-palestinese da punti di vista inediti. Maha Haj, già scenografa di Elia Suleiman, percorre la strada dell’evocazione piuttosto che della denuncia. Un palinsesto di immagini dotato di concretezza, coerenza politica, e poesia. Il “Upshot” è una dolorosa, ossessiva rimozione. La necessità del racconto che si fa cinema essenziale, senza un solo fotogramma in più o in meno. “Mediterranean Fever”, premiato al Festival di Cannes a Un Certain Regard nel 2022, oscilla tra humor nero, surrealtà ed esistenzialismo, in una struttura metacinematografica, che guarda alle possibilità stesse della creazione artistica.
Il terzo e ultimo appuntamento del “Trittico di Primavera” sarà dedicato a Giacomo Abbruzzese, martedì 22 aprile alle 20.30 al Multicinema Galleria di Bari, con le proiezioni di “America”, “This is the way” e “Archipel”.
L’evento è organizzato nell’ambito di Apulia Cinefestival Network, nell’intervento “Promuovere il Cinema 2024”, finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dalla Fondazione Apulia Film Commission a valere su risorse POC Puglia 204-2020, Azione 6.7.
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È stato attribuito al grande regista tedesco Werner Herzog il Leone d’Oro alla carriera dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.
Werner Herzog, nell’accettare, ha dichiarato: “Sono profondamente onorato di ricevere il Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Ho sempre cercato di essere un Buon Soldato del Cinema e questa mi sembra una medaglia per il mio lavoro. Grazie. Tuttavia non mi sono ancora ritirato. Lavoro come sempre. Qualche settimana fa ho terminato un documentario in Africa, ‘Ghost Elephants’, e in questo momento sto girando il mio prossimo lungometraggio, ‘Bucking Fastard’, in Irlanda. Sto realizzando un film d’animazione basato sul mio romanzo ‘The Twilight World’, e interpreterò la voce di un personaggio nel prossimo film d’animazione di Bong Joon-ho. Non sono ancora finito”.
A proposito di questo riconoscimento, il direttore Alberto Barbera ha affermato: “Cineasta fisico e camminatore instancabile, Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell’apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite. Affermatosi come uno dei maggiori innovatori del Nuovo Cinema Tedesco, con film quali ‘Segni di vita’, ‘Nosferatu – Il principe della notte’, ‘Aguirre, furore di Dio’, ‘Fitzcarraldo’, ‘Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans’ e ‘Grizzly Man’, non ha mai smesso di saggiare i limiti del linguaggio cinematografico smentendo la tradizionale distinzione tra documentario e finzione, invitando nel contempo a un’interrogazione radicale sui temi della comunicazione, sui rapporti fra le immagini e la musica, sull’infinita bellezza della natura e la sua inevitabile corruzione. La carriera di Herzog è insieme affascinante e pericolosa, perché consiste in un coinvolgimento totale, nella messa in gioco di sé fino al limite del rischio fisico, dove la catastrofe è costantemente in agguato. Geniale narratore di storie insolite, Herzog è anche l’ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario, un perlustratore instancabile votato a un nomadismo perpetuo, alla ricerca (com’ebbe a dire) ‘di un luogo dignitoso e conveniente per l’uomo, un luogo che è talvolta un Paesaggio dell’Anima’”.
Werner Herzog, nato a Monaco nel 1942, è cresciuto da bambino in una valle remota tra le montagne bavaresi. Fino all’età di 11 anni non conosceva nemmeno l’esistenza del cinema. Ha iniziato a sviluppare progetti cinematografici dall’età di 15 anni, e poiché nessuno era disposto a finanziarli, durante gli ultimi anni del liceo lavorava di notte come saldatore in un’acciaieria. Ha cominciato anche a viaggiare a piedi. Ha fatto la sua prima telefonata all’età di 17 anni e il suo primo film a 19. Ha poi abbandonato il college dove ha studiato brevemente storia e letteratura. Da allora ha scritto, prodotto e diretto circa 70 film, tra i quali “Aguirre, furore di Dio” (1972), “Fitzcarraldo” (1982), per il quale ha trasportato un piroscafo su una montagna nella giungla, “Grizzly Man” (2005) e “Cave of Forgotten Dreams” (2010). Ha pubblicato poesie e libri di prosa tra cui “Of Walking in Ice”, “Conquest of the Useless” e recentemente il romanzo “The Twilight World”. Ha messo in scena circa una dozzina di opere – a Bayreuth e alla Scala di Milano – e in altri teatri d’opera in tutto il mondo. Ha recitato in film, tra cui “Jack Reacher” (2012), “The Mandalorian” (2019) e in un ruolo da guest star ne “I Simpson”. Ha realizzato un’installazione artistica, “Hearsay of the Soul”, per la Biennale del Whitney Museum di New York e per il Getty Museum di Los Angeles. Ha fondato la Rogue Film School in risposta a ciò che viene insegnato nella maggior parte delle scuole di cinema di tutto il mondo.
Sito Ufficiale: www.labiennale.org
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Disponibili da oggi il trailer e il poster di “Paternal Leave”, lungometraggio d’esordio di Alissa Jung, presentato nella sezione Generation all’ultimo Festival di Berlino, con protagonisti Juli Grabenhenrich, al suo esordio al cinema, e Luca Marinelli. Il film uscirà nelle sale italiane il 15 maggio distribuito da Vision Distribution.
SINOSSI. Sola, arrabbiata e in cerca di risposte, una ragazza tedesca decide di intraprendere un viaggio nella riviera romagnola per incontrare il padre biologico che non ha mai conosciuto. Il loro primo incontro è un turbinio di emozioni, carico di domande irrisolte, desiderio di appartenenza e tensioni accumulate nel tempo.
Scritto e diretto da Alissa Jung. Con Juli Grabenhenrich, Luca Marinelli, Arturo Gabbriellini, Gaia Rinaldi, Joy Falletti Cardillo. Una produzione The Match Factory e Wildside, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Vision Distribution, Rai Cinema e Sky. Una coproduzione Italia e Germania. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. Con il sostegno di DFFF, FFA, BKM, MDM, Kuratorium Junger Deutscher Film. Prodotto da Cécile Tollu-Polonowski, Viola Fügen, Michael Weber. Prodotto da Sonia Rovai. Distribuito da Vision Distribution.
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“Un film Minecraft”, distribuito da Warner Bros. Pictures, debutta con un weekend d’esordio straordinario, aprendo al primo posto al box office incassando 4.8 milioni di euro in Italia, richiamando nelle sale più di 620 mila di spettatori di tutte le età. Il debutto sul grande schermo del primo adattamento cinematografico live-action di Minecraft, il videogioco più popolare al mondo, registra in Italia il miglior weekend d’esordio del 2025.
Mike De Luca e Pam Abdy, CEO di Warner Bros. Motion Picture Group, dichiarano: “Siamo estremamente felici che ‘Un film Minecraft’ sia stato accolto così calorosamente dal pubblico di tutto il mondo ed estendiamo le nostre congratulazioni al regista Jared Hess e al suo team di filmmakers, a Legendary, Vertigo, Mojang e al nostro fenomenale cast guidato da Jason Momoa, Jack Black, Emma Myers, Sebastian Hansen, Danielle Brooks e Jennifer Coolidge che hanno contribuito a rendere il film un evento imperdibile per gli spettatori di tutte le età. Il viaggio decennale di ‘Un film Minecraft’ verso le sale cinematografiche è stato seguito con grande attenzione da Jesse Ehrman di Warner Bros. Pictures e dal suo team, e siamo entusiasti che i loro sforzi abbiano avuto un riscontro così straordinario. L’innovativa campagna di marketing condotta da Dana Nussbaum, Christian Davin, John Stanford e i loro team, insieme al piano strategico di distribuzione globale definito da Jeff Goldstein e dal suo team, hanno portato a un risultato spettacolare. A loro – e a tutte le divisioni di Warner Bros. Discovery che hanno sostenuto il film – vanno i nostri ringraziamenti per l’incredibile lavoro svolto”.
Diretto da Jared Hess, con protagonisti Jason Momoa, Jack Black, Emma Myers, Sebastian Hansen, Danielle Brooks e Jennifer Coolidge, il film ha debuttato in Italia il 3 aprile 2025 in oltre 550 schermi cinematografici.
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Robert De Niro riceverà la Palma d’Oro Onoraria alla carriera durante la cerimonia di apertura martedì 13 maggio della 78esima edizione del Festival di Cannes, 14 anni dopo aver presieduto la giuria nel 2011.
“Ci sono volti che rappresentano la settima arte e battute che lasciano un segno indelebile nella cinefilia. Con il suo stile interiorizzato, che emerge in un sorriso gentile o in uno sguardo duro, Robert De Niro è diventato una leggenda del cinema”, recita la motivazione.
“Provo sentimenti molto forti per il Festival di Cannes… Soprattutto ora che ci sono così tante cose nel mondo che ci separano, Cannes ci unisce: narratori, registi, fan e amici. È come tornare a casa”. (Robert De Niro)
Sito Ufficiale: www.festival-cannes.com
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Annunciate le candidature della 70esima edizione dei Premi David di Donatello. La cerimonia di premiazione, condotta da Elena Sofia Ricci e Mika, si svolgerà mercoledì 7 maggio e andrà in onda in prima serata su Rai 1.
“Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre e “Parthenope” di Paolo Sorrentino sono in testa con 15 nomination, seguiti da “L’arte della gioia” di Valeria Golino e “Vermiglio” di Maura Delpero con 14, “Gloria!” di Margherita Vicario con 9, “Familia” di Francesco Costabile con 8 e “Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini con 6.
Per la prima volta ci sono tre donne candidate per la miglior regia (Francesca Comencini, Valeria Golino, Maura Delpero) e quattro per il documentario (Sonia Bergamasco, Costanza Quatriglio, Antonietta De Lillo, Francesca Mannocchi).
CONTEGGIO TOTALE FILM
DAVID DI DONATELLO 70
24 film italiani hanno ricevuto candidature
BERLINGUER – LA GRANDE AMBIZIONE 15
PARTHENOPE 15
L’ARTE DELLA GIOIA 14
VERMIGLIO 14
GLORIA! 9 – Esordio
FAMILIA 8
IL TEMPO CHE CI VUOLE 6
LE DÉLUGE – GLI ULTIMI GIORNI DI MARIA ANTONIETTA 4
NAPOLI – NEW YORK 4
CAMPO DI BATTAGLIA 3
CIAO BAMBINO 2 – Esordio
CONFIDENZA 2
DIAMANTI 2
DOSTOEVSKIJ 2
IDDU 2
IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA 2
EL PARAÍSO 1
HEY JOE 1
I BAMBINI DI GAZA 1 – Esordio
IL TRENO DEI BAMBINI 1
IO E IL SECCO 1 – Esordio
LIMONOV 1
VITTORIA 1
ZAMORA 1 – Esordio
LA LISTA COMPLETA DELLE NOMINATION
DAVID DI DONATELLO 70
Miglior film
L’arte della gioia di Valeria Golino
Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre
Parthenope di Paolo Sorrentino
Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
Vermiglio di Maura Delpero
Miglior regia
Francesca Comencini – Il tempo che ci vuole
Maura Delpero – Vermiglio
Valeria Golino – L’arte della gioia
Andrea Segre – Berlinguer – La grande ambizione
Paolo Sorrentino – Parthenope
Miglior esordio alla regia
I bambini di Gaza di Loris Lai
Ciao bambino di Edgardo Pistone
Gloria! di Margherita Vicario
Io e il Secco di Gianluca Santoni
Zamora di Neri Marcorè
Miglior sceneggiatura originale
Berlinguer – La grande ambizione – Andrea Segre, Marco Pettenello
Gloria! – Margherita Vicario, Anita Rivaroli
El paraíso – Enrico Maria Artale
Parthenope – Paolo Sorrentino
Il tempo che ci vuole – Francesca Comencini
Vermiglio – Maura Delpero
Miglior sceneggiatura non originale
L’arte della gioia – Valeria Golino, Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli, Stefano Sardo
Campo di battaglia – Gianni Amelio, Alberto Taraglio
Familia – Francesco Costabile, Vittorio Moroni, Adriano Chiarelli
Napoli-New York – Gabriele Salvatores
Il ragazzo dai pantaloni rosa – Roberto Proia
Miglior produttore
Berlinguer – La grande ambizione – Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo film, Francesco Bonsembiante per Jolefilm, con Rai Cinema, in collaborazione con Joseph Rouschop per Tarantula, Martichka Bozhiloba per Agitprop
Ciao bambino – Gaetano Di Vaio e Giovanna Crispino per Bronx Film, Alessandro Elia e Walter De Majo per Anemone Film, Andrea Leone e Antonella Di Martino per Mosaicon Film, Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures
Gloria! – Valeria Jamonte, Manuela Melissano, Carlo Cresto-Dina per tempesta, con Rai Cinema, in collaborazione con Katrin Renz per Tellfilm
Vermiglio – Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero per Cinedora, con Rai Cinema, in collaborazione con Charades (coproduzione con la Francia), Versus (coproduzione con il Belgio)
Vittoria – Nanni Moretti, Lorenzo Cioffi, Giorgio Giampà, in collaborazione con Alessandra Stefani
Miglior attrice protagonista
Celeste Dalla Porta – Parthenope
Tecla Insolia – L’arte della gioia
Romana Maggiora Vergano – Il tempo che ci vuole
Barbara Ronchi – Familia
Martina Scrinzi – Vermiglio
Miglior attore protagonista
Elio Germano – Berlinguer – La grande ambizione
Francesco Gheghi – Familia
Fabrizio Gifuni – Il tempo che ci vuole
Silvio Orlando – Parthenope
Tommaso Ragno – Vermiglio
Miglior attrice non protagonista
Valeria Bruni Tedeschi – L’arte della gioia
Geppi Cucciari – Diamanti
Tecla Insolia – Familia
Luisa Ranieri – Parthenope
Jasmine Trinca – L’arte della gioia
Miglior attore non protagonista
Guido Caprino – L’arte della gioia
Roberto Citran – Berlinguer – La grande ambizione
Francesco Di Leva – Familia
Pierfrancesco Favino – Napoli-New York
Peppe Lanzetta – Parthenope
Miglior casting
Berlinguer – La grande ambizione – Stefania De Santis
Familia – Anna Pennella
Gloria! – Massimo Appolloni
L’arte della gioia – Francesco Vedovati, Anna Maria Sambucco, Massimo Appolloni
Vermiglio – Stefania Rodà, Maurilio Mangano
Miglior autore della fotografia
L’arte della gioia – Fabio Cianchetti
Campo di battaglia – Luan Amelio Ujkaj
Dostoevskij – Matteo Cocco
Hey Joe – Daniele Ciprì
Parthenope – Daria D’Antonio
Vermiglio – Mikhail Krichman
Miglior compositore
Berlinguer – La grande ambizione – Iosonouncane
Confidenza – Thom Yorke
Gloria! – Margherita Vicario, Davide Pavanello
Iddu – L’ultimo padrino – Colapesce
Il treno dei bambini – Nicola Piovani
Miglior canzone originale
Aria! – musica e testi di Margherita Vicario, Davide Pavanello, Edwyn Clark Roberts, Andrea Bonomo, Gianluigi Fazio, interpretata da Margherita Vicario (da Gloria!)
Atoms – musica e testi di Valerio Vigliar, interpretata da Greta Zuccoli (da Familia)
Diamanti – musica di Giuliano Taviani, Carmelo Travia, testi di Giorgia Todrani, interpretata da Giorgia (da Diamanti)
Knife Edge – musica, testi e interpretazione di Thom Yorke (da Confidenza)
La malvagità – musica, testi e interpretazione di Colapesce (da Iddu – L’ultimo padrino)
Miglior scenografia
L’arte della gioia – scenografia Luca Merlini, arredamento Giulietta Rimoldi
Berlinguer – La grande ambizione – scenografia Alessandro Vannucci, arredamento Laura Casalini
Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta – scenografia Tonino Zera, arredamento Maria Grazia Schirripa, Carlotta Desmann
Parthenope – scenografia Carmine Guarino, arredamento Iole Autero
Vermiglio – scenografia Pirra, Vito Giuseppe Zito, arredamento Sara Pergher
Migliori costumi
L’arte della gioia – Maria Rita Barbera
Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta – Massimo Cantini Parrini
Gloria! – Mary Montalto
Parthenope – Carlo Poggioli
Vermiglio – Andrea Cavalletto
Miglior trucco
L’arte della gioia – Maurizio Fazzini
Berlinguer – La grande ambizione – Sara Morlando, Rossella Sicignano prostetico | special make-up Leonardo Cruciano, Viola Moneta
Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta – Alessandra Vita prostetico | special make-up Valentina Visintin
Parthenope – Paola Gattabrusi prostetico | special make-up Lorenzo Tamburini
Vermiglio – Frédérique Foglia
Miglior acconciatura
Berlinguer – La grande ambizione – Desiree Corridoni
Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta – Aldo Signoretti, Domingo Santoro
Gloria! – Marta Iacoponi, Carla Indoni
Parthenope – Marco Perna
Vermiglio – Tiziana Argiolas
Miglior montaggio
L’arte della gioia – Giogiò Franchini
Berlinguer – La grande ambizione – Jacopo Quadri
Dostoevskij – Walter Fasano
Parthenope – Cristiano Travaglioli
Vermiglio – Luca Mattei
Miglior suono
Berlinguer – La grande ambizione – presa diretta Alessandro Palmerini, montaggio del suono Marc Bastien, creazione suoni Vincent Grégorio, mix Franco Piscopo
Campo di battaglia – presa diretta Emanuele Cicconi, montaggio del suono Alessandro Feletti, creazione suoni Alessandro Giacco, mix Marco Fallon
Gloria! – presa diretta Xavier Lavorel, montaggio del suono Daniela Bassani, creazione suoni François Wolf, mix Maxence Ciekawy
Parthenope – presa diretta Emanuele Cecere, montaggio del suono Silvia Moraes, creazione suoni Mirko Perri, mix Michele Mazzucco
Vermiglio – presa diretta Dana Farzanehpour, montaggio del suono Hervé Guyader, creazione suoni Hervé Guyader, mix Emmanuel De Boissieu
Migliori effetti visivi
L’arte della gioia – supervisore Francesco Niolu, producer Rodolfo Migliari
Berlinguer – La grande ambizione – supervisore Tristan Lilien, producer Michel Denis
Limonov – supervisore Fabio Tomassetti, producer Daniele Tomassetti
Napoli-New York – supervisore Victor Perez
Parthenope – supervisore Rodolfo Migliari, producer Lena Di Gennaro
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio
Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco
Lirica ucraina di Francesca Mannocchi
L’occhio della gallina di Antonietta De Lillo
Prima della fine – Gli ultimi giorni di Berlinguer di Samuele Rossi
Miglior film internazionale
Anora di Sean Baker
Conclave di Edward Berger
Giurato n. 2 di Clint Eastwood
Perfect Days di Wim Wenders
La zona d’interesse di Jonathan Glazer
Miglior cortometraggio
La confessione di Nicola Sorcinelli
Domenica sera di Matteo Tortone
The Eggregores’ Theory di Andrea Gatopoulos
Majonezë di Giulia Grandinetti
La ragazza di Praga di Andree Lucini
David Giovani
Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre
Familia di Francesco Costabile
Napoli-New York di Gabriele Salvatores
Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri
Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
David dello spettatore
(già assegnato)
Diamanti di Ferzan Özpetek
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Nanni Moretti si è collegato da casa con il festival Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale. La chiamata è stata trasmessa in vivavoce. “Mi dispiace non essere lì con voi oggi, buona proiezione”. Ha poi presentato il restauro di “Ecce Bombo” (1978).
“La prima cosa da dire su Ecce Bombo”, ha detto Moretti, “è che non mi aspettavo tutto quel successo. Questi ultimi anni ogni tanto vedo degli esordi, film di giovani e mi dico ‘perché Ecce Bombo ha avuto tutto quel successo e questi film no?’. In quel film c’era dentro qualcosa che forse a me sfuggiva. La mia è stata forse una generazione considerata troppo ideologica, seriosa, incapace di ridere di se stessa. Forse fu proprio quello il motivo del successo. Però va detto che è anche un film doloroso”.
E ancora: “Prima dell’uscita di un film nelle sale, un regista lo vede in piccole salette private. Ricordo bene una proiezione di Ecce Bombo in una saletta del quartiere Prati alla presenza del mio montatore e del produttore Mario Gallo. Usciti dalla proiezione andammo a passeggiare e il produttore mi disse di considerare Ecce Bombo come quei figli più problematici. Come quel figlio che ti dà più pensieri degli altri. Non mi aspettavo quel successo quindi per due ragioni: da una parte appunto perché era un film doloroso. Eppure notai che il pubblico al tempo continuava a ridere anche quando non c’è ne era bisogno. Ad esempio quando il personaggio di Mirko parla di una ragazza, e commenta ‘è schizofrenica’, tutto il pubblico rideva anche se non c’era motivo! L’ho rivisto a fine agosto 2024 alla Mostra del Cinema di Venezia e ho notato che il pubblico di ragazzi per fortuna non rideva a quella scena. Adesso viene accettato anche il lato doloroso del film. Un’altra ragione per cui non mi aspettavo questo successo è questa: ero cosciente di raccontare una piccola porzione di realtà (giovani piccolo-medio borghese romani di sinistra che formano un piccolo gruppo di auto coscienza). Una porzione di realtà minuscola ma può avvenire l’immedesimazione di spettatrici e spettatori anche se sono lontani per estrazione e ceto sociale”.
Moretti ha concluso: “Ci sono film considerati difficili che magari poi il pubblico adotta inaspettatamente. Io nel passaggio dal cinema familiare al cinema ‘vero’ ho conservato un mio stile, una mia idea di cinema, la mia ironia e il mio modo di raccontare”. E poi: “Ecce Bombo riesce ancora oggi a parlare e addirittura a parlare ai giovani di oggi, molto diversi rispetto a quelli di allora”.
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È morto a 72 anni Antonello Fassari, tra gli attori italiani più popolari grazie alla partecipazione a programmi tv cult come “Avanzi” e a serie televisive come “I Cesaroni” in cui interpretava l’oste Cesare. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico nel 1975. Una lunga carriera tra teatro, cinema e tv esplorando il genere comico e drammatico.
Antonello Fassari (1952 – 2025)
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“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginare”.
14 ottobre 1982 “Blade Runner” di Ridley Scott arrivava per la prima volta nelle sale italiane.
A quasi quarantacinque anni di distanza, torna sul grande schermo uno dei più celebri film di fantascienza della storia del cinema nel Final Cut definitivo di Ridley Scott, con scene ampliate ed effetti speciali inediti rispetto alla versione dell’82. Un cult diventato modello cinematografico iconico e irripetibile, ridefinendo il genere fantascientifico grazie alle sue atmosfere cupe, agli scenari distopici e alle profonde riflessioni sull’umanità. Visivamente spettacolare, pieno d’azione e decisamente profetico fin dall’epoca della sua prima uscita in sala, il film è ispirato al romanzo “Il cacciatore di androidi” di Philip K. Dick, con le straordinarie musiche di Vangelis e le illustrazioni del futuro proposte da Syd Mead.
Appuntamento il 14, 15 e 16 aprile. Tre giorni per rimmergersi nel distopico e desolante mondo della Los Angeles di un immaginifico e tetro 2019, in un’affascinante e oscura visione del futuro prossimo, presago dell’intelligenza artificiale, in cui si mescolano fantascienza, noir, love story impossibile e la straziante rappresentazione dell’essenza della vita.
Harrison Ford veste i panni di un Blade Runner, un poliziotto incaricato di dare la caccia agli esseri umani geneticamente modificati. Rutger Hauer interpreta il leader dei replicanti, un personaggio ugualmente terrificante, malinconico e vitale.
SINOSSI
Nel novembre 2019, a Los Angeles, Rick Deckard, un ex Blade Runner, viene richiamato dalla pensione quando quattro pericolosi replicanti tornano sulla Terra, con il loro leader, Roy Batty (Rutger Hauer). Progettati per svolgere lavori difficili e pericolosi, gli esseri umani creati in laboratorio sono più forti, veloci e intelligenti degli esseri umani non modificati. Non provano dolore né rimorso; sono quasi indistinguibili dagli altri esseri umani… e stanno uccidendo delle persone. Deckard deve fermarli prima che uccidano di nuovo.
Evento speciale al cinema solo il 14-15-16 aprile, distribuito da Lucky Red.
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